94 dor di parole la solenne pietanza che il buon maestro, posto che fossero sa vii, avea loro apparecchiata : di che que’ poveri putti, che avevano più d’ uopo di pane che di dottrina, entrarono in tanta e sì fatta galloria, fecero tale un tumulto, che 1’ altro, tratto al rumore, e lasciata a mezzo la morale lezione, accorse spaventato a vedere che fosse accaduto. Come quelle tenere menti, riscaldate dalla bugiarda eloquenza del maligno incisore, e più ancora dal miglior appetito, videro comparir sulla porta la paterna immagine del benefattore delle lor anime, immaginandosi che in quella ei seco recasse l’impromessa vivanda, tutti gli furono correndo e gongolando d’intorno, e aneli’ io, ancb’ io, signor maestro, gridando, e stendendogli incontro le mani, 1’ oppressero di tali1 feste e tale schiamazzo, che il buon uomo, che nulla sapeva, si tenne per un istante perduto, e credette non la casa fosse dal maligno spirito occupata. Per quel dì la lezion fu finita ; ei non valse a dominare il tumulto, poi che tutti i putti s’ erano -sollevati, e il meglio che per lui si potè fare fu di congedare la turba, mentre intanto il perfido artista rideva sotto alle basette, e si godeva del suo imba-