LIBRO XLVII, CAPO V. CAPO V. Discussioni in Maggior Consiglio per la riforma di alcune leggi costituzionali della repubblica : deliberazioni del Senato. Qui fu dove )’ eloquenza veneziana fece il suo sfoggio, intorno ad argomenti vitali di pubblica economia. Se vogliasi prestar fede alla maliziosa inesattezza del Darò, in queste calde discussioni il governo riuscirà dalla parte più debole. Ad arte egli si limitò ad esporre soltanto ciò che facevagli comodo per farvi sfigurare la repubblica ; e sebbene si mostri a cognizione dei discorsi, che in questa circostanza furono pronunziati dai varii disputatori, non perciò ne riferisce con lealtà le parole od almeno i sensi. Perciò nelle pagine di lui, tutto il complesso della disputa fa un effetto ben lontano da quello che nella realtà di tutto il procedimento vi trova ognuno, che a mente tranquilla e con animo imparziale si ponga ad esaminarne la complicazione delle molte circostanze. Io, che ho sempre voluto in questa mia storia ricorrere alle fonti ed esporre le cose coll' autorità dei documenti, reputo mio dovere di porre in luce anche qui la verità di questi fatti col recare ordinatamente, e quasi a foggia di cronaca, i discorsi, i decreti., le conclusioni, che ne risultarono : tanto più, che in tutto il corso di questa mia storia non ho mai esibito un prospetto degli usi, che si osservavano nelle pubbliche dispute. E prima di tutto é da sapersi, che nel parlare o in senato o in maggior Consiglio non era lecito usare verun altro linguaggio, tranne il solo veneziano, affinchè ognuno si potesse esprimere con tutta l’energia naturale. E dopo il discorso di uno, nessuno poteva rispondere, se prima non avesse parlato il Consigliere di settimana. Ora, entrato in lotta Carlo Contarini (i), così parlò al maggior Consiglio, il dì 3 dicembre 1779. (i) Tutta la storia di queste dispute, scritta contemporanea, fu messi alle stampe in Venezia, nell’ Anno primo della libertà italiana, cioè, nel 1798, presso Pietro Sola.