i'ik LIBRO XLVI, CAPO II. » ragione di pubblico governo, che fin ad ora sembra avervi per-» suasi, che lolte le leggi, le quali per l’onore e gloria di D'io e la » salute dell’ anime ha pubblicate la sanla Madre Chiesa, Voi nel » dominio vostro sareste per godere di più esteso potere, e cosi la » sete di dilatare la potestà vostra sopra la Chiesa talmente vi ha » trasportati, che di autorità yostra, senza però alcun diritto, avete » sottoposti all’ordinaria giurisdizione gli ordini regolari: esortando » Voi i vescovi del vostro Stato, che esercitino sopra i medesimi » regolari la loro giurisdizione. Ma confidati nella moderazione e » virtù de’medesimi vescovi, crediamo, eli’essi stimaranno non po-» tere da Voi avere una giurisdizione, la quale abbastanza .sanno, » che in nessuna maniera avete. Necessario però abbiamo giudicato » di avvertirli, che difendino le esenzioni de’ regolari; salva sempre » la loro ordinaria giurisdizione nelle cose, nelle quali il concilio » Tridentino vuole eli’ ella si ristringesse. Del qual concilio i de-» creti non solamente in quello, che alla fede appartiene, ma ancora » in quello, che all* ecclesiastica disciplina, siccome la Repubblica » vostra quasi la prima tra i principi cattolici con sommo ossequio » ricevè ; altrettanto è del vostro credito e stima, che questi decreti » appresso di voi si osservino, acciò non paja, che Voi trascuriate » quella lode di pietà, che i maggiori vostri di quel tempo conse-» guirono. » Mi rimane di avvertire le Nobiltà VV. per l’apostolico officio » nostro, che riflettiate in quai pericoli abbiate gettate le anime vo-» stre con quell’ editto, pel quale vien tanto lesa la Chiesa ; e quale » orrendo giudizio sarete per subire avanti il tribunale di Cristo, » quando dovrete meritamente rendere ragione de’ danni del divino » onore e delle spirituali utilità, i quali avranno origine nella chiesa » dal suddetto editto, stimiamo superfluo il dimostrare alle Nobiltà » VV. in che maniera possiate emendarli; poiché chiaramente co-» noscele ciò che fare vi convenga, acciò lavostrar oscienza, rimosso » ogni pericolo, resti quieta e non rimanga verun dubbio, che Voi » veracemente e sinceramente abbiate voluto ad essa soddisfare. Noi