anno 1762. 115 magistrato delle Rason Vecchie I’ annua somma di ducati mille e 1« solite regalie. E diretta la quarta a stabilire le formalità da usarsi ogni qual volta il doge volesse privatamente partire dal Pregadi. Concede 1’ ultima l’ingresso in senato a due nipoti del doge, purché siano da parte di fratello ; uno di essi possa usare la manica ducale ed entrambi siano senza voto : ciò per altro nel solo caso, che il doge non avesse nè fratelli nè figli, giacché, per decreto del Maggior Consiglio, fatto nella promissione ducale del 1722, un fratello e un figliuolo del doge poteva avervi l’ingresso, dopo i treni’ anni compiuti; e per decreto della permissione ducale del 17ili era stato concesso, che, in mancanza di fratelli e di figliuoli del doge, vi potesse entrare un nipote da parte di fratello., compiti gli anni 50, ma senza vestire manica ducale ned aver volo. Or dov’ è, in lutto questo, ombra nemmeno di cosa da molti secoli non udita ? Dove sono, in siffatte proposte, regolamenti che tendessero ad aumentare alquanto l’influenza del doge nell’amministrazione? Dicasi piuttosto, che al Darò, per volere ricalcar sulle sue esagerate idee di languore della repubblica, e di potestà ducale snervata, piacque spacciare coleste pantraccole, cui smentisce con tutta facilità l’imparziale investigazione dei latti. Del che più solenne prova faranno i decreti slessi, cui letleralmenle trascrivo, ad oggetto di maggiore erudizione degli studiosi della storia noslra. MDCCLXII. 28. Maggio. In Maggior Conseglio. « Le leggi, anche ottime in sé stesse, languiscono e cadono » inofficiose se non le rende operative la mano eseculrice. Quanto » perciò importi la pontual esecuzione delle deliberazioni pubbli-» che, perché da essa dipendono li buoni effetti contemplali nel for-» marie, la maturità del Maggior Conseglio lo ha conosciuto anche » in altri tempi che la raccomandò nella Promission ducale al sere-» nissimo Prcncipc con la destinazione anche di altri cittadini. Con-» tinuando pur in presente lo stesso disordine, eh’ è massimo per il » buon governo della Repubblica, che ineseguite restino lalvolla VOL. XII. 15