anno 1775. 237 di san .Marco. All' ingresso di lui nella tribuna assegnatagli, il doge si levò in piedi e lo salutò col chinare il capo, e il suo saluto fu corrisposto nel modo stesso. I due arciduchi Massimiliano e Ferdinando vollero trovarsi presenti ad un’adunanza del Maggior Consiglio. Quando vi si recarono, prima di entrare nell’ ampia sala, consegnarono la spada ad uno de' ministri introduttori, che pur voleva rifiutarsi dal riceverla ; ma i principi, sapendo essere legge, che ne imponeva l’obbligo agli stranieri, non vollero esimersene. In quella circostanza, oltre al maggior numero possibile di patrizi, che v’ intervennero, fu grande l’affluenza di dame e di cavalieri, che vi furono ammessi, quasi per far corteggio a que’ principi, e per renderne più brillante la circostanza. Finalmente, la sera precedente la sua partenza, l’imperatore coi tre fratelli suoi onorò di sua presenza la pomposissima festa da ballo apparecchiata nel palazzo del procuratore Tron a sant’Eustachio, ove innumerevole fu il concorso di personaggi distinti della più alta nobiltà sì nazionale che estera. Vi danzarono il granduca e i due arciduchi: Giuseppe li se ne dispensò, preferendovi piuttosto il trattenersi a colloquio, e vi si trattenne per ben cinque ore, con la gentildonna veneziana Contarina Barbarigo, dama, cui con nobile gara adornavano singolare avvenenza e distinta vivacità e coltura di spirito. Partì da Venezia il di 29, e passando da Padova, dove similmente fu accolto con pubbliche dimostrazioni di allegrezza dal podestà veneziano Andrea Memmo, manifestò con più franca espansione il suo gradimento per le moltiplici feste godute in Venezia e più ancora per la sapientissima costituzione di quel governo, per la singolarità delle consuetudini nazionali, e per l’ingenua schiettezza della nobiltà, lontanissima dall’ ombra persino di cortigianesca adulazione. Nominatamente parlò con molta stima dei cavalieri Emo e Renier, del procuratore Tron, e dei gentiluomini Erizzo, Morosini, Valaresso e Grimani. Da Padova proseguì il suo viaggio alla volta della Germania,