LIBRO XLVIII, CAPO XI. CAPO XI. Avvertimenti alla repubblica dai suoi ambasciatori. Sempre nuove comunicazioni arrivavano intanto agl’ inquisitori di stato dagli ambasciatori qua e là residenti, acciocché sempre più si tenessero gli occhi aperti sopra le intenzioni della Francia. L’ambasciatore Cappello, a questo proposito, scriveva loro da Roma, con dispaccio 9 dicembre 1795, avere inteso dal cardinale secretano di Stato, che i signori la Flotte e Clauvelin, già ministri francesi in Toscana, scacciati da Firenze, erano passati per Ferrara ed eransi avviati verso Venezia ; cbe vi era stato espulso anche il marchese de la Fousera, avignonese e giacobino impudente, il quale dicevasi passato a Genova ; che, dichiaratosi il granduca di Toscana contro la Francia, i giacobini avevano cangiato contegno ed imploravano protezione dal ministro inglese ; che a Genova si temeva una sommossa, ove quel governo, per le insinuazioni deH’Inghilterra, si fosse dichiarato contro i francesi, perciocché i semi rivoluzionarii, sparsivi senza opposizione di quel governo dagli emissarj Semouville e Telly, vi avevano ormai gettato radici. In somma non si finirebbe mai se tutte si volessero commemorare le comunicazioni, che da ogni parte arrivavano al governo di Venezia, e tutte allarmanti, e tutte della massima considerazione per le cautele da prendersi in ogni ramo della più delicata politica. La vigilanza poi c la sollecitudine degl’ inquisitori di stalo era di tale attività ed energia da non potersi esprimere a parole. Sapevano essi, e ne davano particolare notizia ai Savj del Collegio, il di 17 dicembre 1795, — « che il sig. d’Enin e gli altri francesi dimoranti a Costantinopoli avevano offerto immense somme al ministero ottomano per muovere la Porta contro T Austria e la Russia, a fine'di distorle dal progetto d’invadere la Francia; ma che vedendo di troppo difficile riuscita i loro tentativi, si sforzavano col mezzo