anno 1752. 31 » per tempi molle disposizioni testamentarie, clic davano ducali » settecento annui. Ma ridotti in processo, per Io sbassare del frutto • e il diminuire delle limosine, a soli quattrocento, fu preso (1717) » die di quanto la chiesa pagava all’ arcivescovo e al maestro della » nazione si dovessero fornire le monache di ciò, eh’ è più stretta-» mente bisognevole al vitto. • Devo commemorare da ultimo la fondazione anche di un ospitale, nell’anno 1665; per la generosità del medesimo benefattore Flangini ; di esso, egualmente che del commemorato collegio, l’amministrazione e la sorveglianza era nelle mani del Magistrato sopra ospitali e luoghi pii. N’erano gli obblighi: — aver cura di dieci malati greci, provvedendoli di medicine finche vi dimoravano, e di denaro quando vi uscivano; — riscattare uomini, principalmente greci, ma anche latini, che, militando in servigio della repubblica, fossero o navigando o altramente caduti schiavi dei barbari : al che erano destinati cinquecento ducati annui; — dotare ogni anno dicci donzelle, tratte a sorte in capitolo ; a ciascuna delle quali davansi cento ducati al momento del loro maritarsi o di monacare. Una pregevole biblioteca formava altresì decoroso corredo a tante onorevoli e pie istituzioni della greca colonia : ma di essa non rimane orache a deplorarne col Mustoxidi (1) la dispersione, cagionala forse in principalità dalla sconsigliata disposizione testamentaria dell’arcivescovo Gerasimo Blaco (20 dicembre 1683), il quale, lasciando alla nazione i suoi libri, le diè commissione di prestarli per lo spazio di un mese liberamente. Non cosi può dirsi dell’ archivio, il quale raccolto in apposito locale nel 1691, conserva felicemente tulli i libri, atti e documenti, cui di civile ed economica amministrazione possede la nazione, incominciando dalla sua prima matricola, eli’ è del 1470, e continuando sino ai nostri giorni. Nè tacerò la stamperia, che, fiorentissima un tempo, prosegue anche di presente a dare in luce per lo più libri ecclesiastici, ascetici, (i) Atti della società degli studiosi, pag. 17.