104 la noia: si sono scritti tanti versi, e tanti versi cattivi, che il mondo ne fu ristucco. Nulladime-no s’ egli è fatto un po’ schivo e difficile, non ha perduto il senso del bello, e piega ancora la fronte dinanzi un ingegno peregrino e ad un caldo entusiasmo. Oh sorga di nuovo un Tasso ! Il mondo l’incoronerà ancora in Campidoglio, e, più giusto forse che un tempo, gli risparmie-rà pure Sant’ Anna. Per questo noi stimiamo che nò vana nò ingrata opera facesse il sig. Francesco Dall’ On-garo con la pubblicazione di questi suoi versi. Il Dall’ Ongaro è un gentile poeta, che si toglie dalla schiera volgare per molta dilicatezza d’immagini, ed una certa tempera di malinconia e di passione, eh’ ei dà agl’ ingenui suoi versi, coni’ ora nuovamente si pare in queste Odi quattro all’ Amica Ideale, nelle quali si trasfonde quasi il suo cuore, e dipinge quel bisogno d’amare, che anche senza determinato soggetto sentono le anime tenere ed affettuose, che trovano nella immaginazione l’idolo de’lo-ro amori, e come Pigmalione adorano l’immagine che si sono da sò stesse creata. Questo sentimento è reso dal poeta con belle finzioni, e con molta varietà di figure, e in questa ricchez-