ANNO 1793. 429 CAPO IX. Discussioni sul partito da prendersi. Erano intanto avvenuti i consueti cambiamenti nei savj del Collegio; sicché sino dall’ ottobre del 1792 lo erano : Giovanni Querini, cavaliere, Francesco Lippomano, Francesco Battaja, Francesco Pesaro, cavaliere e procuratore, Gianantonio Ruzzini, Zaccaria Vallaresso. Francesco Pesaro, che nella carica era sottentrato a suo fratello Pietro, nutriva nell’ animo sentimenti generosi a favore della patria, e considerandone l’imminente pericolo, chiamò a solenne consulta i savj colleghi suoi e propose loro di esaminare quali misure si dovessero prendere nell’ imminente invasione delle soldatesche in Italia. Convocati che gli ebbe, coll’ esempio dei maggiori e con energia di eloquenza perorò perchè si munissero di difese le fortezze e le città della Terraferma. Ed essendo savio di settimana toccò a lui parlare il primo, e parlò dimostrando le inevitabili conseguenze, che sarebbero derivate dall’ adottata massima dell’ inazione (1). Disse, che qualunque illusione avesse voluto formarsi il governo sulla realtà o sulla probabilità del pericolo, sia che vicino lo si volesse supporre ovvero lontano; certo non si poteva dissimulare, (i) Sono portati dal Botta, pag. 90 della sua penna vesti la verisimiglianza e pag. 94 del tona. I della sua Storia della conclone. Si noli poi, che queste disti' Italia, i discorsi da lui posti in bocca pute non furono già fatte dinanzi al Seal Pesaro ed al suo contradditore. E prò- nato, ma nel collegio dei savj ; sicchì mol-babilr, che così abbiano entrambi parlato ; te circostanze portate da varj, che ne fe-è certo, che nè 1’ uno nè 1’ altro parlò con cero menzione, oltreché inverisimili, sono lo stile e con le (rasi attribuite loro dal- anche false. l’egregio storico, il quale coll’ eleganza