356 LIBRO XV, CAPO XIII, indizi, benché discordanti quanto al nome dei proposti. A cagione d’esempio, la cronaca Savina, che arriva al 1615, invece di Leonardo Dandolo, nomina un Andrea Contarmi, e vi aggiunge una storiella per giustificare il suo rifiuto. Narra (1), ch’egli stesso op-ponevasi alla sua elezione « e non voleva e stava in casa facendose » ammalado e faceva inlender che I refuderia : e questo perché, » essendo in Levante, mentre era zovene, un moro mahomettan li > predisse la ventura : e disseti che I saria soldán della sua patria * e che sotto di lui correva pericolo di perder la città et tutto el » dominio et sottoponersi alti suoi nemici. Et azzb che iion havesse » da occorrer tali cose elo non voleva accettar per cosa alcuna el » dogado. » Ciò mostrerebbe, che gli elettori lo avessero definitivamente già eletto, e non che avessero diviso tra lui e gli altri due i loro voti ; lo che si opporrebbe anche sotto un altro aspetto alla narrazione del Laugier. In mezzo dunque al silenzio delle cronache più antiche e contemporanee da un lato e alla discrepanza di alcune poche dell’altro, non vedo come si possa accettare per vera la narrazione suindicata. E quanto alla seconda parte di quel racconto : che gli elettori ne avessero dispiacere; che quella elezione riuscisse disaggradevole al corpo dei nobili ; che il maggior Consiglio facesse in conseguenza di ciò un nuovo decreto per ordinare, che in avvenire si prenderebbero tutte le precauzioni necessarie, perchè gli elettori chiusi nel conclave non potessero avere alcuna comunicazione al di fuori sino ud elezione seguita, non v’ ha neppure ombra di verità. Nessuno dei contemporanei, non solo, ma neppure dei posteriori, lo dice: ne il libro Novella del maggior Consiglio, ove quel supposto decreto dovrebb’essere stato necessariamente registrato, ce ne offre indizio. Ed anziché di dispiacere o di malcontento degli elettori e dei nobili, parlano i contemporanei cronisti di sommo compiacimento invece e di giubilo. Odasi Nicolò Trevisan, che viveva appunto a quei (i) Co«l. GXXXV. della ci«. ATI iul., pag. i58 a tergo.