LIBRO XVI. DALLA RIBELLIONE DI TRIESTE SINO ALLA GUERRA DI CHIOCCIA. CAPO I* Disgusti della repubblica con Francesco da Carrara, signore di Padova. Non appena avevano avuto fine le discordie e le guerre coi triestini, che una occasione novella d’inquietudine ebbero i veneziani per parie di Francesco da Carrara, sleale amico della repubblica, a cui, dopo la riconciliazione dei nostri cogli ungheresi, erasi legato con solenni trattati. Egli non avrebbe dovuto dimenticarsi giammai d’ essere debitore del suo ristabilimento alla generosità di e$sa ; ma la gratitudine alligna difficilmente negli animi dominati dall’ ambizione. Francesco da Carrara era uno di que’ principi, i quali non conoscono altra felicità che quella d’ingrandirsi, e che non soffrono superiori ad essi nella possanza i loro vicini ; perciò invece di conservarsi amico dei veneziani e di formarsi in essi un appoggio alla sua esistenza, li guardava con occhio di gelosia e cercava tutti i modi per prevenire qualunque, anche immaginaria molestia, che da loro avesse mai potuto derivargli. Finché visse procurò di susciiare nemici occultamente contro di loro, e non di rado ottenne la stolta soddisfazione di vederne posta in pericolo la repubblica. « Mentre che la signoria nostra, dice il cronista Marco * Barbaro, ebbe guerra col re di Ungheria, Francesco da Carrara » signor di Padoa fece fabricare due f^tezze, Castellaro et Oriago, » et a questo vi ordinò il mercato ogni settimana franco di ga- • bella et con altri privilegii invitava gli huomini ad habitarvi. » Ciò non piaceva alli nostri del governo, et mentre che volevano