330 uBno xvi, capo vi», palazzo le armi che possedevano. Ma un tanlo rigore parve soverchio di troppo al governo della repubblica, la quale invece s’ era accertata, che i trivigiani, da pochi in fuori, erano leali ed attaccati al dominio eli lei : perciò il doge, addì 8 dicembre, comandò al podestà, che quelle fossero loro immediatamente restituite (1). CAPO Vili. Tregua cogli ungheresi: nuove ostilità sul trivigiano. Nell’ aspetto funesto, in cui si trovavano le cose dei veneziani, un raggio di speranza di pace appariva d’improvviso e confortava alquanto gli animi oppressi e scoraggiati. Il papa Innocenzo VI s’interpose con tutto l’impegno a trattare di componimento. Inviò pertanto Pietro vescovo di Pati, col titolo di nunzio apostolico, il quale più volte viaggiò da Venezia all’ Ungheria per ottenere dal re condizioni oneste e stabilire la desiderata concordia. Ma sempre indarno, perchè Lodovico s’ era ostinato a non voler concedere veruno dei trattati che gli si proponevano. Tutto il più, a cui potè il vescovo Pietro persuaderlo, fu una tregua di cinque mesi, sperando che in quel frattempo si avrebbe potuto togliere gli ostacoli e venire ad uno stabile accordo. I patti preliminari dell’armistizio furono segnati dai veneziani il dì 16 novembre, e nel seguente mese furono pubblicati in tutti i paesi della repubblica. I! documento, che li contiene, fu messo in luce dal Verci (2), siccome anche quello della pubblicazione (3) : io per altro non ho potuto trovarlo (U) in veruno dei libri della Cancelleria ducale, per quanto (i) Il V'erci ne portò il documento, sot- (3) E sotto il num. i55q, tratto dallo lo il num. i558. stesso registro. (a) Nel toni. XIII della Storia della (4) Avrebbe dovuto essere nel lib. de' Marca Trivig., docum. num. i555, e lo Patti, num. V, o nel Commemoriale, dice tratto dal registro delle lettere del num. V ; ma nou lo si trovs nè in questo Comune di Trivigi. nè in quello.