80 LIBRO XIII, CAPO XI. fuggirono di là, e, ritornali nelle loro fortezze della marca trivi-giana, si posero sotto la proiezione della repubblica di Venezia. Mastino, ingelositosi allora dei veneziani, fece fortificare Treviso ; vi rimosse Guecello Tempesta, sotto pretesto di crearlo pretore di Verona ; vi riformò tutto il sistema politico della città, diminuendone di uri terzo il grande Consiglio e riducendolo al numero di soli dugento cittadini. I veneziani non furono tardi ad acceltare le lusinghevoli esibizioni dei Caminesi; tanto più, che non erano gran fatto contenti dell’ ingrandimento degli Scaligeri, perchè conoscevano appieno le ambiziose mire di Maslino, il quale agognava alla sovranità ed al titolo di re della Lombardia. Perciò promisero eglino ogni protezione a Gerardo ed a Ilizzardo da Camin, e dichiararono pubblicamente, che i due fratelli erano cittadini di Venezia, sino dal tempo dei loro padri. Perciò imbaldanziti i due Caminesi, raccolsero genti sotto la bandiera di san Marco, e si diedero a scorrere tulio il paese sino ad Oderzo, recando gravissimi danni a tutti i villaggi di quei dintorni. Nel medesimo lempo i veneziani, sostenendo le pretensioni di Rizzardo e di Gerardo, spedirono ambasciatori a Treviso, per allegare alcuni molivi di disgusto, massime perchè i ministri di quel comune, esigendo il dazio in Cesa e in Cesalto, avevano turbalo le giurisdizioni dei Caminesi, che appartenevano per ogni ragione al dominio veneto, avendone la repubblica ricevuto sotto la sua proiezione le loro terre; ed in secondo luogo, perchè, contro i patti stabiliti in addietro, venivano assoggettali a pagare il pedaggio i veneziani, che uscivano da Trevigi, ed esi-gevansi gabelle sui legnami, che discendevano pel fiume Piave. Si maravigliarono gli Scaligeri di coleste lagnanze, ed a riserva di quella sul pedaggio imposto ai veneziani per 1’ uscita da Treviso, le giudicarono tulle insussistenti ed ingiuste. Ordinarono perciò, che questo tributo fosse ben tosto abolito, onde allontanare qualunque motivo di lagnanza, e che fossero mandali subito a Venezia alcuni ambasciatori, per dimostrare con validi documenti