anno 1355. 267 1353, ambasciatore all’ imperator Carlo IV ; 1354, cavaliere della città di Praga, ambasciatore al papa, e poi doge. Or chi non si sarebbe aspettato un felicissimo governo da un uomo, clic tanto aveva fatto nella sua vita a sostegno ed a decoro della sua patria? Ma avvenne invece tuli’altro. Un insulto fatto ad uomo collerico, od una soddisfazione non concessagli da chi avrebbe avuto autorità e dovere di dargliela, può non di rado cangiare a pessimo fine le intenzioni dcH’indole più virtuosa. Se il Falier non riceveva l’insulto, che gli fu fatto; o se, ricevutolo. ne avesse conseguito proporzionata soddisfazione, egli non sarebhesi mai cangialo in un perfido traditore. Il principio del suo dogalo corrispondeva assai bene ai bisogni della repubblica, la «piale, ridotta a mal parlilo per la sconfina di Porlolungo, si trovava esposta da ogni lato alle ruberie ed agli insulti della baldanzosa rivale. Ebbe egli allora la consolazione di avere cooperalo all’ in-cominciamenlo della sua tranquillità, procurando la tregua, di cui ho parlalo, e che fu conchiusa il dì 5 gennaro 1355. Ma, circa due mesi dopo, una non so quale fatalità lo strascinò in braccio della più funesta sconsigliatezza. Venuto il giovedì grasso, e celebratasi, secondo il solilo, la caccia del toro e dei dodici porci, in memoria del patriarca e dei canonici di Aquileja, il doge tenne la consueta festa da ballo nel palazzo, coll’ intervento della gioventù nobile a sollazzarsi sino ad un' ora di notte. Era a questa ricreazione un nobile di scarse fortune e di fresca età, Michele Steno, il quale era uno dei capi della Quarantia. Costui, ardito e vivace, amoreggiava una damigella della dogaressa, nominala Lodovica ; o, secondo altri, Eloisa, e presso alcuni cronisti, Aloycha. Per impulso della sua ardente passione, s’accostò a lei sul palco, ove stavano alla festa le femmine, e le fece non so qual atto men che onesto e decente, per cui fu costretto il doge a farlo scacciare fuori della sala del divertimento. Steno se n’ ebbe a male sì vivamente, che, terminata la festa,