\v*o 1329. (>9 • fhvoln: evi infiora leggesi dopo il Villard’.’ino png. 33. Il Crasso » cifa nnclie tin passo di Pietro Guilombardo (I), eli’ è questo : • Frarri.tcxtm Dandnlum, filium q. I). Joannis Canis eleclum fuisst » duerni 8 Jimnarii 1328. Confutò prima la stessa favola Marco • Barbaro, Far», cari. 137, t. )Iss. ». CCXXÌ, e dice d’aver veduto » nella contrada di s. Ermagora, sopra una porla in pietra viva, un • cane con l’arma Dandolo sulla spalla; c nc porla il disegno. Nel » àupplimento all istoria bolognese di Cario Sigonio col. 309. Op. » Tom. IH, ed. Mcd. 1733, fui. si legge: Praetura Philippo Brlliiw » sivo Brlirjno Fenolo deluta, cui ( nescio causimi ) cognomcntvm erat • Canis. Da clic si vede clic un tale soprannome non è stalo della » famiglia Dandolo. • INc alle parole di sì erudito scrittore aggiungerò sillaba: le testimonianze c i documenti, di cui egli si valse, sono veridici : io ne feci il confronto, e gli lio trovali esattissimi. L’elezione del doge Francesco Dandolo avvenne in un momento, in cui Venezia si trovava alquanto angustiata per mancanza di grano. Egli perciò, quando ne fu confermata l’elezione secondo il solito, nella chiesa di san Marco, promise al popolo, clic vi avrebbe provveduto sollecitamente. E mantenne la sua promessa. Mandò in Sicilia Nicolò Faliero, capitano di alcune navi, acciocché coli» le caricasse di frumento, e ne ottenne abbondantissima copia. Le quali premure paterne del nuovo doge ne resero alla popolazione sempre più aggradita la scelta, c sino d'allora fecero sperare assai bene del suo futuro governo. CAPO X. Lega dei veneziani col papa e con altri principi contro i turchi. Intanto una potenza ignota per lo addietro cominciava a farsi oonoscere ed a minacciare di nuova barbarie 1’ europea civiltà : (i) L lo dia anche ¡1 Sanfoviau ud luogo suindicato.