120 LIBRO XIII, CAPO XV. Maslino acconsentì alla domanda dei fiorentini quanlo al consegnar loro quattro castelli del territorio lucchese, piuttoslochè darne loro la città ; soltanto propose, che, invece del caslello di Cerulio, il quale, essendo sulla sommità del monte che sovrasta a Lucca, nJ è come la chiave, darebbe loro il castello di Colle. Ma quando appunto sembravano di già accomodate le cose e tutti ne erano pienamente contenti ; i fiorentini, per cui colpa era stato per tanti mesi allungalo 1’ affare, manifestarono contrarii sentimenti. A questa mutazione avevano dalo motivo alcuni vantaggi, ottenuti dalle armi confederate sopra le truppe dello Scaligero nei borghi di Vicenza ; per cui speravano, che Mastino, ridotto a più dure angustie, avrebbe potuto con più facilità venire costretto a maggiori condiscendenze. Se non che le loro speranze fallirono col fallire della riuscita di quel tentativo : ed alla fine, dopo sì lungo tergiversare, dovettero acconsentire all’ accordo, che già da tutti gli altri principi collegati accellavasi di buon grado. Indarno gli ambascia-tori di Firenze, per protrarre di più la faccenda, andavano dicendo di aspettare le risposte del loro comune, « le quali, al dire del cro-» nista piacentino, in tanto spazio di tempo, non che da Fiorenza, » ma anche da Roma avrebbero potuto comodamente venire (1). » Anche Mastino, che pur aveva condisceso a tante perdite, insisteva perchè si desse 1’ ultima mano a questo trattato di pace ; ed in pegno della sua lealtà esibiva al doge di Venezia la città di Trevigi, da tenersi sino allo stabilimento dei palli. Per la quale esibizione, il nostro Dandolo si vide alla necessità di non lasciar differire più lungamente la conclusione di questo accordo. Perciò Mastino, avutane dal suo ambasciatore certissima notizia, spedì a Venezia il marchese Spineta Malaspina, Azzo da Correggio ed Ugolino da Gonzaga, i quali riducessero al desiderato termine 1 intrapresa riconciliazione. Ed infatti, questi consegnarono a’veneziani, nel giorno 2 dicembre, la città di Treviso, a cui furono tosto • ifi*. .ai li sn<‘>' ' >;! » j;;- . ;i t! 5>r nr (i) Veti, il Verci, lib. XI, pag. 22 del toni. XII.