anno 1559. 5U3 stravolgono la verità dei fatti. E questi per lo più sono gli oracoli a cui ricorrono gl’ inesperti ricercatori di peregrine notizie ; cieche guide di ancor più ciechi seguaci. Ben a ragione afferma il traduttore del Darù, che il passo del Sanudo è chiarissimo e non ammette replica; perchè tale egli è veramente a chiunque, non dico sia versato nello studio delle storie e delle cronache veneziane, ma sappia soltanto intendere giudiziosamente ciò che legge. Non fu tale per altro quel passo del Sanudo alla imperfetta erudizione di lui, che tale non esitò a dichiararlo, e che poi seppe conchiudere a rovescio di ciò che attesta la verità della storia. Dice il Sanudo, che quegli ambasciatori veneziani, arrivati a certo castello del duca di Osterich, ossia di Austria. furono ritenuti. L’essere stati ritenuti, ossia imprigionati, allorché furono giunti a quel castello del duca d’ Austria, non prova punto, ch’eglino vi sieno stali ritenuti per comando di lui. E quand’ anche se ne volesse dubitare, non abbiamo forse altre cronache, in cui la verità investigare e la spiegazione delle parole del Sanudo? E infatti da parecchie altre ci é fatto conoscere, che quel castello nomina vasi Sench; siccome anche le parole del Morosini, che aveva studialo nei nostri storici e cronisti assai più che il Laugier, il Darù ed il suo tradutlore, ci attestano. E il castellano, che imprigionolli, era un piccolo feudatario del ducalo di Austria; ed aveva nome Barbaro; ed esegui di suo capriccio il loro arresto, e senza saputa del duca d: Ausilia. Né già fu eccesso di simulazione od esuberanza di generosità I’ accoglimento onorevole, che il governo veneziano fece a quel duca, allorché due anni appresso egli venne a visitare Venezia, recando seco liberali i due prigionieri. Cosi conghielfurò il Mulinelli (1), e ne parve assai persuaso. Ma le sue conghietture svaniscono naturalmente rimpetto al semplicissimo e progressivo rac-conlo dei suindicati cronisti. (i) Annal , lib. Ili, ser. XIV, pag. i65.