318 MURO XV, CAPO V. In quel medesimo giorno, prima che il maggior Consiglio eleggesse i cinque consueti correttori della promissione ducale, la Signoria e i capi della Quarantia fecero alcune leggi, delle quali il Sanudo ci porta compendiosamente il complesso, cioè : * Che le » spese da essere fatte a coloro che stanno in Palazzo, sieno fatte • di denari dove si trae il salario del doge; e che pel caso occorso » tutti quei del maggior Consiglio, che sono e verranno, possano ve-» nire al consiglio colle loro armi, finché sarà creato il doge. Item » che i consiglieri possano far chiamare a tutte 1’ ore il Consiglio • grande e non come si faceva, che conveniva sonare la sera, per » far la mattina il gran Consiglio, e ciò pel tempo, in cui vacherà • il ducalo. Che tutti i giudici di palazzo e di Rialto che sono del » numero del gran Consiglio possano venire a’ detti Consigli. E • così gli altri del Consiglio in pena di soldi dieci, da esser dati » quel giorno agli Avogadori, non essendo trovati al Consiglio. E » niuno possa uscir di Venezia sino a tanto che non sarà creato il » doge, in pena di lire cento ; e che vacante Ducatu i giudici di » Palazzo e gli Avvocati non siedano. • 1 cinque correttori furono nominali a’ 19 del mese, e decretarono; « che il doge, continua il Sanudo, dia le onoranze a’ Giu-» dici del proprio e che uno de’ detti giudici vada col doge a man » destra, se non sarà il Primicerio, e a’ giorni solenni. Tatnen sia » in libertà del doge di chiamare appresso di sé alcun Oratore ov-» vero Forestiero (1). Che il doge faccia proclamare i banditi per » omicidio di Venezia. Che i forastieri che falsificheranno le mo-» nete nostre sì in questa Terra come fuori, e saranno presi, sieno » puniti colla pena del fuoco. » Al proposito della qual legge, non a torto osserva il Laugier, doversi per ciò supporre; « che le monete » veneziane ricercatissime in que’tempi erano esposte a falsificazioni • dannose al commercio della nazione. Conviene credere, che il (i) 11 Laugier. lib. X11J, nel narrare le memorò che due sole ; le due ìussegueuU, Uffi «tabilite dai correttori, non ne com- ed omise cotesta.