anno 1378. il 45 trovarsi la ilotla genovese, primario scopo della sua missione. E vi si diresse con tanta fretta, clic in quel dì medesimo comparve dinanzi ad essa. Non tutta per altro la si trovava in quel porto : una porzione se n’ era allontanata ed aveva preso la rotta della Puglia, per essere di scorta ad un convoglio di biade. L’ assalire subitamente i legni colà ancorati, non era impresa sì facile, perchè i genovesi avevano saputo con tutte le precauzioni ingombrare e di palafitte e di grossi macigni la doppia imboccatura di quel difficile porto. Preferì adunque di tentare da prima un colpo sui legni, che si aspettavano dalla Puglia. Andò loro incontro ; ma li cerei» inutilmente : essi con altro bordo erano giunti a Traù. Rivolse allora ì suoi pensieri sulla flotta ricoverata nel porlo. La bloccò snellamente in ambe le uscile di quel canale: poscia fece sbarcare nell’ isola le sue truppe ed assalì con molto vigore la piazza. Ma la guarnigione numerosa, che difendevala, rese inutili tulli gli sforzi, tuttoché ostinatissimi, dei veneziani, e fece conoscere al Pisani la difficoltà gravissima dell’ impresa. E più che la guarnigione, gli e la fece intendere il mare, che per l' inoltrarsi della stagione era divenuto assai tempestoso. Si vide quindi forzato a levarne 1’ assedio, e ritentò, benché indarno, un altro assalto su Zara, la quale né cedè, né si spaventò per alcuni giorni di bombardamento, con che il Pisani ne lento la costanza. Di là spedì ad Arbe Lodovico Loredano, con dicci galere per assogcltarnc P isola ed impadronirsi della cillà : la quale spedizione trovò miglior esito, perché quegl’ isolani, privi d’ ogni difesa, gli si resero alla prima intimazione. Ivi mandi» comandante, con alcune truppe, per conservarsene il possesso, Francesco Contarini. Ma Venezia, che voleva la distruzione della flotta genovese, non applaudì punto a questi vantaggi del Pisani: gl’ intimò, che, lasciata ogni altra impresa, a quella unicamente attendesse di soggiogare Traù, malgrado ^inclemenza della stagione e la perversità di quei mari. Ubbidì 4 il Pisani, perché il fare altrimcnte lo avrebbe reso responsabile di qualunque tristo avvenimento gli