256 LIBRO XIV, CAPO XXI. » uomo erudito, di rara eloquenza, savio, affabile ed umano.» Il suo talento non era, è vero, per le operazioni militari, nè la repubblica attendeva dal suo braccio i vantaggi che ne sperava. Egli era prezioso per 1’ utilità dei consigli, nei quali mostrava tutti i lumi di uno spirito eccellente, coltivato da molto studio, e tutto lo zelo di un’ anima generosa ed impegnata al bene della nazione. Inclinato naturalmente al maneggio dei politici affari, e dedito altresì all’ indefesso studio delle lettere, seppe avvicendare maravigliosamente il suo tempo tra le occupazioni dell’ uomo di stalo e quelle del-1’ uomo di spirito. Dato a quella dolce filosofia, che d’ ordinario deriva dall’ amore delle lettere, percorse una carriera di vita immune mai sempre da passioni e da pregiudizi. I correttori della promissione ducale, che furono eletti dopo la morte di lui, stabilirono alcune leggi, che cangiavano alquauto 1’ ordinamento del consiglio del doge. Da principio i dogi eleggevano da per sè i loro consiglieri : poscia gli elesse il senato, ne determinò le incumbenze, ne limitò i poteri, ne circoscrisse le attribuzioni, sicché per mezzo di loro fosse altresì limitata 1’ autorità del principe. Ma in questo tempo si pensò di porre anche sopra di questi una sorveglianza, acciocché un soverchio uso di poteri non degenerasse in abuso, dilatando 1’ autorità dei consiglieri e restringendo quella del doge. Fu perciò decretato, che i tre capi della Quarantìa criminale avrebbero posto nel consesso coi sei consiglieri ducali ed entrerebbero a parte delle stesse prerogative, tranne qualche lieve modificazione, di cui poco importa parlare. Quattro soli giorni restò vacante il seggio ducale : successore di Andrea Dandolo ad occuparlo fu Marino Faliero, il dì 1 i di settembre. Di lui, del suo ingresso e di alcune altre coae, che appartengono al principio del suo principato, parlerò poco appresso. M' interessa ora di condurre a fine il racconto della guerra coi genovesi.