anno 1351. 243 dei greci, i quali, dopo brevissima resistenza, cedettero vilmente la vittoria ed il campo. Ma il combattimento, che aveva avuto principio due ore prima di sera, non fu interrotto pel sopravvenir della notte; continuò fierissimo dall’ una parie e dall’ altra, e sì, che, al narrare d’ alcuni cronisti, i combattenti, per I’ oscurità delle tenebre notturne e per 1’ acciecamento della rabbiosa vendetta, non distinguendo gli amici dai nemici, tra loro stessi uccidevansi. Durò sino a giorno 1’ orrenda carneficina, e sollanto allo spuntar della luce, apparve la scena lagrimevole dello scambievol furore. Rosseggiava il mare per Io sparso sangue, era coperto tutto allo intorno da galleggianti cadaveri, da militari attrezzi, da lacerate insegne : le galere, quasi vuote di genti, prive di capitani e di soldati, di piloti e di marinari ; il generale aragonese era caduto tra i morti, tra i morti si annoveravano i veneziani patrizii Pancrazio Giustiniano, Stefano Quirini, Giovanni Steno, Benenato Bembo. Gli aragonesi, a quella vista di desolazione e di orrore, furono i primi a ritirarsi, perchè la stanchezza non permetteva loro di continuare più a lungo la lolla ; ed altrettanto dovettero fare i veneziani. Tuttavolta le navi veneziane, che non avevano preso parte al combattimento, poterono sotlentrare a costringere a nuovo assalto i nemici. Nicolò Pisani le raccolse insieme ad un trailo, e si presentò loro animoso. Ma i genovesi se ne sottrassero, perchè le perdite, cui loro aveva costato la sanguinosa viltoria, ne avevano scemato di troppo il militare ardimento. I veneziani perciò, valutando il loro rifiuto per una vile sconfitta, si diedero a scorrere i mari in figura di vincitori, ed a molestare gravemente i nemici, predandone i legni che riusciva lor di trovare, e facendone prigionieri i naviganti. E dopo di avere per alcuni mesi corseggiato quei mari, passarono in Candia a riposarsi della lunga fatica ed a rinvigorire di nuove forze 1’ armata. Cosi ebbe fine la spedizione contro i genovesi, nell’ anno 1351. Erroneamente il Darù (1), contro 1’ unanime testimonianza (i) Lib Vili, non XVII.