»sno 1355. 285 * città, ► finché si ridussero al numero ili sedici capi, ognuno dei quali aveva a sua disposizione quaranta uomini, o forse, come altri dicono, sessanta ; clic i sedici capi, i quali dovevano consumare il progetto, erano i seguenti (1) : Stefano Ghiazza, dello Ghisello, ammiraglio dell’arsenale (2), Bertuccio Isarello, patron di nave, da san Trovaso, Filippo Calendario, genero dell’Isarello, architetto, da san Severo, Beltrame pelizzer, da san Silvestro, Stefano Trivisan, cambiador, Cristoforo Fontana, marinaro, Marco Muda (3), da Castello, patron di nave, Jacomcllo Branza ('i), marinaro. Francesco Bclesin (5), tintore, Nicolello Dorro, Nicolò Ruosa (o de Ruosa, detto anche Zuccuol), marinaro, Giovanni da Corso, marinaro, Vcltor Negro, da Castello, Nicolò Biondo, da Castello, Antonio dalle Binde, da Padova. Jacomclo de Agolin (6) ; (ìj Irovo presso qualche cronista alcu- (4) Qualche cronista lo dice Giacomo ne diversità or nel nome ed or nel cogno- Bianco. me dei congiurati. Io qui mi attengo alla (5) Invece che Belesin% il Barbaro ed cronaca del Trevisan, il quale, essendocon- altri lo nominano Belissario. temporaneo al latto, ne doveva conoscer (6) 11 nome di questo si trova in poche bene tutte le circostanze. cronache ; vi è invece nominato un Nicolò (2) Questi generalmente è ommesso Alberto. Parmi, in buona critica, doversi dai cronisti, perchè essendo slato il prima- preferire la lettura del cronista contempo-rio istigatore della congiura, è ben natura- raneo. Quel Nicolò Alberto entrò bensì le. che dovesse intendersi, anche senza nella congiura, ma ignorandone lo scopo : commemorarlo, del numero dei sedici. perciò fu assolto. Lo dovrò notare ¡11 ap- (3) Qualche altra cronaca lo dice iuve- presso ce Marco Judo, ma io lo credo uno sbaglio de' copisti.