66 . UBRO XIII, CAPO IX. introduce nella basilica : vi fu collocato senza iscrizione veruna : non vi é scolpita che la sola sua arma. Meglio per altro che il sepolcrale epitaffio, lo ricorda la storia qual uomo di eccelsa nascita, ili carattere dolce e insinuante, di talento incomparabile per guadagnare i cuori, amator del suo popolo, saggio, prudente e collìvator della pace. Ed appunto perchè dotato di siffatte prerogative, potè recare allo Stalo i tanti vantaggi, che ho nominato testé. Ài quali devo aggiungere pur quello, che derivò dai lavori intrapresi nella laguna collo scopo di migliorarne 1’ aria. Imperciocché, facendo innalzare un forte argine dal Bollenigo sino al luogo, che nominavasi Lama, verso la parte meridionale di rimpetto a Malamocco, allontanò dalle lagune le acque del Brenta, le quali, scaricandosi per più canali nelle acque salse, e impregnavano di esalazioni mal sane l'atmosfera circostante a Venezia, ed interravano a poco a poco, colle continue loro deposizioni di sabbie e di fanghi, le adiacenze della città, la quale, come da inespugnabili mura, riconobbe mai sempre la sua sicurezza dalla profondità dei canali e dall’ ampio dilatamento delle acque del mare. Vengo a dire ora del doge Francesco Dandolo, il quale successe al Soranzo. Egli è quel desso, che in Avignone aveva ottenuto dal papa Clemente V 1’ assoluzione della scomunica fulminata soi veueziani per 1’ affare di Ferrara (1). La felice riuscita di quelle trattative gli eonciliò la stima e 1' affetto de’ suoi concittadini e lo fece innalzare alla suprema dignità dello Stato. E con tanta profusione e munificenza fu reso pubblio^ 1’ universale aggradimento verso di lui, che il Sanudo attesta, • i veneziani avere speso tra i » presenti donati, spese d' ambasciatori e altro, ducali venticinque • mila. • Egli ebbe il soprannome, di Cane; ma non già perchè a foggia di cane, con una catena al collo, siasi recato camminando carponi nella sala pontificia ed abbia imploralo l’ assoluzione (ì) VecJ. ove ne ho parlato, pag. ai 5 e seg. de! voi. III.