458 LIBRO XIII, CAPO XVII. celebrarono quindi allegrezze in tutte le città liberate dal lungo flagello della guerra, particolarmente nei luoghi della marca trivi-giana, ove fu pubblicata a suon di trombe la pace. Da per tutto quindi si fece noto, che ognuno poteva a suo talento girare con mercanzie ed altro, senza veruna opposizione o sospetto (1). In occasione di questa guerra e della conclusione del relativo trattato di pace, la repubblica di Venezia aggregò alla sua cittadinanza e nobiltà parecchie persone ragguardevoli, che vi avevano avuto parte, e particolarmente le famiglie dei principi, eh' erano stati suoi collegati e clic perciò se n' erano resi benemeriti. Queste furono le famiglie d’ Este, de’ Gonzaga, de’ Visconti, de’Carraresi, degli Onighi ed altre. Anzi gli stessi fratelli Alberto e Mastino della Scala, che avevano sino allora guerreggialo contro di essa, non furono esclusi da un tanto onore. Imperciocché eglino stessi, volendo ripristinare 1’ antica amicizia, clic legava la loro famiglia alla repubblica di Venezia, benché ne fosse stato aggregalo alla nobiltà il loro padre Can grande, ed eglino perciò vi rimanessero similmente aggregati ; tuttavia, riputandosene forse degradati perciocché avevano preso le armi contro di essa, fecero vive istanze, acciocché (i) La noia di questa pubblicazione « palatii communis Terv. et in omnibus della pace in Treviso e nei varii luoghi di * locis consuetis civitatis Terv. premisso quella provinci*, si trova registrata nel « sono tubete alta voce preconia dicens, toni. Vili della raccolta Scotti, ed è portata « tale fore mandatari» dicti doni, potestà*is anche dal Verri, docum. i335. Essa è del » et capitanei ; videlicet, notarti sit omni-tenore seguente. « Eodem millesimo et in- w bus et singulis personis, quod concordia n diet. die dominico XIV februarii Terv. n et pax facta est inter communi Venetia-» in palalìo Communis ad bancum dom. » rum et commune Florentie et eorum * potestà! is et capi tauri supradicti, presen- * subditos ex una parte, et dominos Alberti tibus Joanne notano lìlio ser Nicolai de r> tum et Mastiuum fratres de la Scala et « raagistro Liberio, Marco uotario quon- n eorum subditos ex altera. Et quod de v dam Laurentii de Siletto^ Galvano nota- w cetero omnes homines et persone libere » rio quondam Albertini de Portu et aliis. r> possint ire et redire per terras, civitatas ■* MaitiuusluigatinusprecocommunisTerv. n et loca dictis communibus et dòminissu-» retulit dietim testi bus et mihi not. infra- « biecta et subposita cuna avere, personis« r> scripto se hodie, vigore coramissionis sibi n rebus et merci moniis suisabsque aliquo rt facte per antcdictum dominimi potestà- •» impedimento. * » tea) et •capslaueunt, damasse supra scoli*