78 LIBRO XIII, CAPO XI. ancora partito da Padova, mandò loro incontro un grosso corpo di truppe condotte da Ottone di Borgogna, le quali gli assalirono vivamente, li ruppero e glJ inseguirono sino alle porte di Trevigi : Ottone rimase morto nella zuffa, colpito da un sasso, che dalle mura della città gli scagliarono addosso i trivigiani. La perdita di questo capitano irritò vieppiù il della Scala, sicché marciò con tutta sollecitudine a pigliarne soddisfazione. Il di 5 luglio di quest’anno 1329, giunse a vista di Trcvigi e la strinse d’ assedio da tutti i lati, ben sicuro, che la città, scarsa di soldati c di viveri, non avrebbe potuto resistere a lungo. E cosi avvenne. Guecello Tempesta, per conservarsi come che fosse nel potere, entrò in scerete corrispondenze con Cane : estese anzi egli stesso gli articoli della capitolazione, tra i quali il più interessante per lui era, eh’ egli sarebbe rimasto al suo posto, in qualità di vicario dello Scaligero c coll’ arbitrio di scegliersi un podestà a suo piacere, purché fosse un suddito del della Scala. E inoltre prometteva Cane al Tempesta di concedere a lutti i trivigiani la più sincera ed amorevole amicizia ; di conferirgli piena giurisdizione sul castello di ¡Noale e su tutti i villaggi solili a dipendere da quel luogo, con tutti gli onori, le prerogative, i privilegi, che i conli di Collabo erano soliti a godere sui castelli di lor proprietà ; di lasciare a favore di lui il dazio del pane c del vino della terra di Mestre; di assegnargli, finalmente, un salario di mille lire di piccoli al mese. Fu stabilito eziandio, che i suoi nemici non potrebbero giammai rientrare in Treviso e clic i beni ne rimarrebbero confiscali e venduti; che i trivigiani non potrebbero in verun tempo venire costretti a militare contro la Chiesa romana, né contro i marchesi di Ferrara, né contro la repubblica di Venezia; che rimarrebbero conservati senza veruna contraddizione ai due fratelli Rizzardo e Gerardo da Camin, a Guglielmo da Cam-posampiero e ad Odorico di Buonaparte tutti i loro diritti ed onori; che continuerebbero a dimorare in Treviso lutti quei veronesi, padovani, vicentini, feltrini e bellunesi, eh’ erano soliti a dimorarvi per cagione di commercio ; e per ultimo, che sarebbero licenziati