anno 1364. 385 pronti a morire colla spada alla mano, piultostochè rinunziare al diritte, che pretendevano di aversi acquistato al bottino. Il del Verme risolse allora di andar contro costoro col grosso delle sue truppe. E schieratele dinanzi ad essi, prima di adoperare le armi, tentò nuovamente i mezzi della persuasione e della clemenza ; parlò, rammentando loro i giuramenti, con che s’erano obbligati verso la repubblica nell’ arruolarsi sotto le sue bandiere, e mostrando loro l’infamia, di che si coprirebbero coll’ insistere in si abbomi-nevole ammutinamento. Valsero le sue parole a persuaderne alcuni; ma persistendo molti altri nella Ior contumacia, egli non riputò decoro suo nè della repubblica il tollerarne più lungamente il disordine. Li fece assalire vigorosamente dalla porzione fedele dell’ esercito, e gl’ incalzò con animoso coraggio, finché ne rimase vincitore. Martino da Rimini vi perì : Giovanni Visconti fu preso : sul fatto gli fu tagliata la testa. I contumaci allora, vedendosi privi di appoggio e di guide, domandarono misericordia : e 1’ ottennero : ed il tumulto cessò. CAPO XVII. Punizione dei colpevoli: la calma è ricondotta nell’isola. Sedato anche questo secondario tumulto, si pensò a ricomporre le cose dell’ isola, acciocché la calma non avesse ad esservi di bel nuovo turbata. Furono cercali i primarii autori della ribellione, per essere consegnati al generale veneziano e puniti. I primi ad essere arrestati furono Leonardo Gradenigo e Zanachi Rizzo, ritornati poco dianzi da Genova (1), Marco Fradello e Gabriele Labudo : questi nel dì seguente furono decapitati. Gli altri, per la (i) Tra i primi arrestati,il Laugier nu- dagli stessi ribelli alquanto prima, nella merò, invece che Leonardo, Marino Gra- controrivoluzione, che ho narrato nella denigo. Questo Marino era stato ucciso pag. 3 76.