ANNO 1343. 179 * dicere ctc.; » né veriin altro degli antichi dogi di Venezia, tranne Andrea Dandolo, scrisse le nostre storie ; sicché é manifesto, essere questa una terza cronaca di lui. E sappiasi, che questa non fu da lui condotta, neU’ampiezza propostasi, se non sino all’anno 1280, siccome notò anche lo Zeno, attribuendole il nome di Annali. Dal qual anno poi, sino al tempo, in cui egli fu fatto doge e da cui Rafaele Caresiuo, cancellier grande contemporaneo, incominciò la continuazione, fu sempre supplito, sì nei manoscritti che nell’ edizione del Muratori, col corrispondente brano della cronaca brevissima, ossia di quella, ch’egli medesimo attestò di essersi accinto a scrivere in maggiore strettezza e brevità. Aggiungerò, che nell’ar-chivio del Consiglio dei dieci 'si conservò sempre un esemplare della cronaca grande, scritto nella prima metà del secolo XV ; il quale presentemente é nella nostra biblioteca Marciana (1), ed il Sanudo, che visse un mezzo secolo di poi, lo chiamò Mare tnagnum forse per la sua vastità e per la moltitudine e varietà di fatti e di documenti, clic nelle altre due cronache, breve ed abbreviata, aveva egli omessi. E nel medesimo errore delle due cronache cadde anche il dotto Sagredo, ingannato probabilmente dall’inesattezza del Sanudo e del Sansovino e dallo sbaglio del Muratori. Ma lasciamo il Dandolo letterato, parliamo del Dandolo doge. Di lui così espose fé lodi il Vianoli (2): « Dall’aquile forti non si » generano le deboli colombe, dall’arbore buono nascono i buoni » frutti e corrispondono i rami alla ferma robustezza del suo pe-» dale. Così questo Andrea discendente da quel famoso et insigne » Hcnrico che acquistò Costantinopoli,' diede a vedere che le ge-» nealogie delle famiglie sono come le miniere, il fondo delle quali, » se ha dato oro una volta, continua la pretiosa vena per lungo » tratto. Egli fiorì nella cultura delle buone lettere... ; et in ogni »altra conditionexgrande cosi seppe spiccare tra gli altri, che « puoté giungere alla meta sublime della suprema dignità, quando (i) CUs X latin , Cod. IX. (2) Hi si. f^en., lib. XIV