anko 13il8. 209 brano, ove ne racconta con somma erudizione le più nolevoli particolarità, fu stampalo, disgiunto dalla sua storia, prima ancora clic questa fosse pubblicata, nell’anno 1631, in occasione dell’ultima peste, che afflisse la nostra città. La quale descrizione del de Monacis, se non nello staccato opuscolo, difficilissimo oggidì a trovarsi (1), almeno nel corpo della storia, avrcbbcsi potuto e dovuto conoscere da cbi, appartenendo alla magistratura di Sanità, si accinge a scrivere sugli antichi Provvedimenti veneziani di Sanità. Ma il dottore 11. Arrigoni su questo argomento non conobbe altri scrittori che il Certaldese e il Laugier, e perciò gli fu molto il citarli; il primo dei quali non ha punto di che fare colla nostra peste del 1548, c il secondo non nc disse che pochissimo e malamente. CAPO XI. Nuovo trattato di tregua col re di Ungheria. Mentre le narrate sciagure affli"<ìcvano nel suo interno la re-pubblica di Venezia, non tralasciava essa di adoperarsi con lutto il fervore ad allontanare da sé calamità di altro genere, che temeva imminenti. Lodovico re d’Ungheria, ch’era stalo a prendere il possesso del regno di Napoli ed a formare processo contro gli assassini di suo fratello Andrea, al primo sospetto di peste colà, s’ era imbarcato di bel nuovo per ritornare nel suo regno. La quale inaspettata risoluzione fu riputata dai veneziani un pentimento della . propostasi impresa, e generò in essi il sospetto di un’ aggressione di lui nelle terre della Dalmazia, approfittando forse dell’ infelicità della condizione, a cui la peste gli andava di mano in mano riducendo. Pensarono pertanto di mandargli ire ambasciatori per trattare con lui circa una rinnovazione delle antiche tregue : e gli (i) N'esiste do esemplare tra le Misceli, detta nostra libreria Marcimi*. roL. iv. 27