anno 1356. 321 Lodovico intraprese una diversione sul trivigiano, per costringere i suoi nemici a dividere le loro forze. Egli, lasciato in Dalmazia un corpo di truppe clic bastasse a mantenere il blocco di queile piazze, entrò nel Friuli alla testa di sedici mila uomini. A grandi giornale giunse alle frontiere della marca Irivigiana; prese Sacile senz'avcrvi trovalo veruna resistenza ; s’inoltrò ad assediare il castello di Concgliano, e spinse un grosso distaccamento sino a Trevigi per porvi similmente l’assedio. La sua entrata in quel territorio trasse al partito di lui i conti di Collabo e la maggior parte dei piccoli signori della provincia, i quali, per timore alcuni ed altri per leggerezza, assog-getlarongli i loro camelli e si recarono coi loro vassalli ad ingrossare le fila del suo esercito. Durò un mese l'assedio di Concgliano, ma finalmente Lodovico se ne fece padrone. ¡Non cosi di Trevigi, che, sebbene si trovasse in condizione pericolosissima, cinla per ogni parte da forze vigorose, poteva per altro con molla facilità e prontezza ricevere da Venezia tulli i soccorsi opportuni : e ne fu perciò la difesa così risoluta c ferma, che il re Lodovico, stanco di essere testimonio della continua strage de’ suoi soldati, parti dal campo, lasciando ai suoi generali la cura dell’ esercito e di espugnare la piazza. Ne sostenevano la difesa i tre provveditori Marco Giustiniano, Giovanni Delfino e Paolo Loredano. Avvenne in questo frattempo, che il doge Giovanni Gradenigo, il dì 8 agosto 1556, morì e che in sua vece fu eletto, cinque giorni dopo, il suddetto provveditore Giovanni Delfino. Stretta com’ era d’ assedio la città di Trevigi, non poteva egli trasferirsi a Venezia al possesso della conferitagli dignità ; perciò la repubblica inviò istanze al re Lodovico, acciocché concedesse al nuovo principe un salvocondotto per fare con sicurezza il suo viaggio. Ma 1’ ungherese, considerando sua grande ventura il tener chiuso in Trevigi il capo della repubblica, e sperando di poterlo avere suo prigioniero di guerra, rigettò la domanda del senato, e pensò anzi ad approfittare della circostanza, per rendere più sicuro 1 esito della sua impresa. Nè vi riuscì ; perchè il Deliino, uomo di grande fot. iv. ili