290 LIBRO XV, CAPO II. quella cospirazione di poca o di nessuna importanza. Non rimase pago il Lioni di quel suo freddo contegno, e riputò prudenza il confidare la cosa ad altro nobile, suo amico, e tenerne diligente consulta. Ne parlò adunque con Giovanni Gradenigo, ed entrambi si recarono da Marco Cornaro, e tutti e tre si fecero ad interrogare Beltrame, cui prudentemente il Lioni non aveva lasciato mai allontanarsi da’suoi fianchi. Beltrame, che non conosceva tutto l’intreccio della congiura, tranne che vi aveva principale ingerenza Filippo Calendario, da cui era stato istigalo anch’egli ad associarvi ; disse abbastanza, perchè i tre sunnominati patrizi prendessero lume a conoscerne molti fili. Ma nel medesimo tempo, che Beltrame faceva queste rivelazioni a Nicolò Lioni, un allro popolano, che aveva nome Marco Negro (1), e ch’era stato stimolalo da un Nicoletto Brazzo d’ oro e da un Marco Muda ad entrare in questa lega e se n’ era costan-tcmcnle rifiutalo, rivelò ad un nobile suo buon protettore, Jacopo Contarmi, per sottrarlo similmente dal pericolo che gli sovrastava, tuttociò che in complesso gli era noto del tradimento progettato, e nominò similmente, siccome uno nei primarii cospiratori, il Calendario. Parve anche al Contarmi di tanta gravità 1’ argomento da non potervi soprasedere. Andò subito a farne consapevoli i capi del Consiglio dei dieci ; i quali, presa notizia del fallo e da questo patrizio nel tempo stesso e dal Lioni, dal Gradenigo, dal Cornaro, non tardarono a metter mano ad un processo, ch’esigeva tutta la più delicata circospezione e la più sollecita attivila. Invitarono a radunarsi ; non già nel palazzo ducale, perchè ivi era il capo dei congiurati, ma nel monastero di san Salvatore ; il loro consiglio, il consiglio minore, gli Avogadori, la quarantia criminale, i signori (i)Kcco qual Marco jYegro, che T e- a correggere le alcune cronache, in cui stensore della Storia del Consiglio dei egli dice di averne trovato il nome. Altra dieci, stampata a Torino, coufuse con Be!- è la parte, ch’ebbe in questo fatto Beltra- trarae, quasi pretendendo, che si avessero me, ed altra quella che v’ebbe Marco'Negro.