UHKO XIII, CAPO IV. CAPO IV. Ingrandimento dell’ arsenale. Tranquilli e pacifici giorni godeva la repubblica di Venezia sotto il doge Giovanni Soranzo : perciò ai lavori, che sono frutto della tranquillità e della pace, potè a suo bell'agio applicarsi. Pensò a dilatare considerevolmente il semenzaio, mi sia permesso usare questa espressione, della sua dominatrice grandezza : 1’ antico arsenale, voglio dire, che per la necessità delle moltiplici costruzioni di vascelli e di navi e di ogni altro genere di legni inferiori era ormai divenuto angusto di troppo. L’ingrandimento, eli’ esso aveva avuto venti anni addietro, e del quale ho parlato alla sua volta (1), non bastava più : ve ne bisognava un secondo, ed a questo fu posla mano. Sino al cosi detto lago di san Daniele abbiamo veduto essere stato dilatato allora 1’ antico arsenale; ora lo dobbiamo vedere ingrandito anche dell' aggiunta di quello. Era cotesto lago un vastissimo tratto di acqua e di terreno, su cui esistevano due mulini e una casa di legno : il vescovo di Castello, Marco Nicolai, nell’anno 1220, ne aveva fatto un dono ai monaci di san Daniele, acciocché se ne giovassero al loro sostentamento. Ma collo scorrer degli anni, decaduta la claustrale osservanza e scemato il numero dei religiosi che abitavano quel monastero, ne fecero questi una cessione al Senato, mediante un annuo censo, assicurato sopra la cosi detta camera degl’ imprestiti (2). Nella relativa convenzione, che fu estesa allora tra il governo e quei monaci, trovansi nominati i confini, i quali perfettamente combinano (i) Nelle pag. 187 e seg. del voi. III. «le’ Marchesino, addì ao del successivo dita) Decreto del Senato. de’21 novera- cembre, e fu ratificala dal vescovo Jacopo bre i3a5 : la relativa convenzione fu iscritta Albertini, a’ 18 di aprile i32G. Ved. a <|ue-nelle pubbliche tavole dal notajo Nicolò sto proposito FUm. Cornaro.