!l22 LIBRO XVI, CAPO VII. ne aveva facilitato la riuscita. 1 fili erano stati tesi, non mancava clic ridurli ad un solo effetto. Giovanni Paleologo fu costretto a farsi tributario c vassallo del sultano Amurai; ottenne sussidii e colla sua sommessione a lui potè conservare uno spettro almeno dell’ imperiale potestà. Ma il desiderio di regnare, che aveva infiammato 1' animo di Andronico, non si cstinse perciò ; anzi quanto più occulto stavasi soffocato, tanto più veemente minacciava di erompere. Andronico trovò suo collega in questa sua fervente passione anche il figliuolo del sultano ; sicché macchinarono di concerto per detronizzare i loro genitori. Amurat fu il primo ad accorgersene ; e senza perder tempo radunò soldati e mosse contro i due principi ribelli ; strinse di assedio la città, in cui stavano ricoverati, e quando gli ebbe in suo potere, condannò ai più orrendi supplizi gli aderenti di loro, fece acciccare il figliuolo suo e mandò Andronico al padre di lui, scrivendogli con brevissimi accenti : « Dalla tua severità cono-» scerò, se tu mi sia vassallo fedele. » Calojanni, ad imitazione di Amurat, fece acciccare il figliuolo, c, per vincere nella severità il mussulmano, ne assoggettò allo stesso supplizio anche il figlio, che toccava appena l’età di cinque anni. Il comando per altro non fu eseguito a tutto rigore, sicché nè Andronico né il figliuolino perdettero affatto la vista. Questa sventura del principe cospiratore conciliò a lui vieppiù la compassione e l’affetto dei genovesi, i quali d’altronde odiavano Calojanni, perchè non crasi mai mostralo propenso a proteggerli nè favorirli. Eglino perciò, fiuta lega con Andronico, stabilirono, nell’agosto dell’anno 1576, un patto, per cui sarebbero divenuti padroni dell’ isola di Tcnedo, tostochè fosse loro riuscito di scacciare il padre dal trono e di farvi salire invece 1’ ambizioso figliuolo. Assalirono quindi il palazzo imperiale, catturarono l’imperatore cd i figli, e li chiusero in separate prigioni nella torre di Amena, in riva al mare, ed il ribelle Andronico fecero sedere sul Irono paterno. Mossero dipoi, senza frapporre indugio, al possesso