anno 1354. 251 Faentini. Forse gli altri mille oltoccnlo uomini, che dalle quote rispettive dei varii confederati mancano per formarne la somma complessiva de’cinquemillc indicati dal cronista, saranno stati som-ministrati dal re Carlo IV c dagli alleati fiorentini. 11 Visconti intanto, che avrebbe voluto accomodare le cose amichevolmente, per non essere costretto a mettersi in lotta colla repubblica di Venezia, la cui possanza e per terra e per mare era ormai divenuta formidabile, aveva mandato ad offerirle la pace, ed a chiederle, che, in ogni caso, gli antichi suoi stati si avessero a riputare del tutto neutri. Ed era in verità un bel pretendere, che non lo si avesse a riputare nemico in casa sua, mentr’ egli colle sue armi e col suo denaro assisteva fuor di sua casa i nemici della repubblica, i quali, datisi a lui, formavano un solo tutto con lui ! Negoziatore di questo trattato da parte del Visconti fu il più celebre uomo, che avesse allora 1’ Italia : Francesco Petrarca, il cui solo nome basta per ogni encomio. Egli, stretto già per 1’ addietro in relazioni letterarie col dottissimo nostro Dandolo, venne a parlare ad esso con tutta la solennità di un ambasciatore, 11 doge ne ammirò bensi l’eloquenza, ma ne rigettò le proposte (1). 0) Nel catalogo dei codici della biblio- nella sua Storia letteraria cT Italia, e la *eca palatina di Vienna (Voi. I, part. J, pag. ripetè eziandio T anonimo traduttore della 509) è commemorata 1’ arringa recitata dal Storia del Darù. Fa maraviglia in vero, Petrarca in quella occasione dinanzi al ve- che a nessuno sia mai venuto in capo, di oeziano consesso, e se ne afferma esistente rendere di pubblico diritto questo interes-una copia in uno di que'manoscritti. La si sante lavoro del Petrarca e di arricchire dice intitolata : Arengna facta Veneciis perciò la nostra letteratura di una nuova i353 octavo die novembris super pace gemma preziosissima, che le giace sepolta. iractanda inter commune Janue et do- E chi non se ne sarebbe dato premura a minum Archiepiscopum Mediolanensem farlo, severamente vi esistesse? Fatto è, €x una parte et commune ìrenectarum che qui in Venezia, nell'archivio della Se-ex altera per dominum Jranciscum pe- creta, ove si depositavano e si custodiva-trarcham poetam et ambasiadorem su- no tutte le arringhe degli ambasciatori pradictum. E ne porta anche un rislreitis- esteri, pronunziate dinanzi al senato, que-simo sunto. L'esistenza di questo lavoro sta del Petrarca non esiste. Qual fede perdei Petrarca nel suindicato manoscritto, è ciò possa meritare cotesla, che si conserva aflermata altresì del Baldelli, sulla cui te- nel manoscritto viennese, lo giudichi U ■timonianza V attestò anche ii Ginguene lettore.