anno 1538. H 5 Verona. L’ animo di Mastino, già feroce per indole, ed inasprito vieppiù per la pessima condizione de’ suoi affari, si accese ad ira la più ardente per la concepita idea di questo tradimento, o vero o falso clic fosse ; e sì, che. incontratolo a caso sulla porla del suo palazzo, la sera del dì 27 agosto 1338, circa il tramontare del sole, dopo che aveva finito di cenare, lo assalì da prima con acerbi rimbrotti, e poscia, messa mano alla spada, gli si scagliò addosso, e, feritolo con più colpi, lo uccise. Alboino, figliuolo spurio di Cangran-de, ed Azzo da Correggio, che aveva seminato il sospetto nel cuore di Mastino colle sue calunniatrici parole, si trovavano col principe in quell’ istante, ed Alboino altresì 1’ aiutò nel ferire. Per lo quale orrendo misfatto gli Scaligeri, e con essi tutta la loro città, furono sottoposti a pontificia scomunica, da cui non furono sciolti, che in capo a tredici mesi (1). Le discordie e i tumulti in Verona si moltiplicarono d’ allora in poi sì fattameute, che per cinque anni ne rimase priva di pastore la Chiesa. CAPO XV. Pace cogli Scaligeri. I veneziani diventano padroni di Treviso e di tutto il suo territorio. Uno stato così rovinoso di cose costrinse alfine il della Scala a pensare seriamente alla pace coi veneziani e coi principi confederati, onde non chiamare sopra di se ancor più gravi disastri. Mandò egli per questo fine a Venezia maestro Francesco da Rugolino. (ì) Se ne ha notizia dalla bolla del papa tenza secondo Fuso di quel l'età : penitenza Benedetto XII, scritta da Avignone, il di veramente curiosa, di cui ciò mi riservo a 27 settembre 133g, al vescovo di Mantova, parlare nella storia della Chiesa di Verona, per concedergli la facoltà di assolvere dalla che formerà parte della mia opera sulle incorsa scomunica gli Scaligeri e i loro ade- Chiese d Italia; probabilmente nel voi.IX.. renti. Ivi n1 è imposta loro la relativa peni-