*>M> ir>20—ir»2R. 57 CAPO V. Rottura coi genovesi. Dopo dodici anni di pace, che aveva goduto Venezia sotto il sno doge Soranzo, sorse per parte dei genovesi inaspettato motivo di discordie e di guerra. INc troviamo memoria presso il Sanudo. » Essendo venuto a notizia, die’ egli, die i genovesi aveano dello » in certa sua armata, che avevano fuori: Andiamo alla roba dei » porci veneziani nel golfo e nel mare Adriatico, fingendo di venire, » fu deliberato, clic I’ armata eh' era fuori c avea ricuperato Zara, »di galere XI andasse contro de’detti essendo capitano Giusli-» niano Giustiniani. La quale armata andò verso Caffa, e trovato » che non era vero, clic i genovesi avessero usate quelle parole, il » detto capitano ritornò a Venezia c presto compi il suo viaggio. » Ma, sebbene il dotto cronista con queste brevi righe ne conducesse a fine il racconto, non si creda, che l'affare terminasse poi cosi presto. Forse il linguaggio tenuto dai genovesi per insulto ai veneziani, forse il solo sospetto, la supposizione di esso avrà dato il primo impulso a rinnovarsi le discordie tra le due nazioni : le ostilità per altro presero ben diverso islradamcnlo. Imperciocché i genovesi di Pera, favoriti dal greco imperatore Andronico, si diedero a molestare il commercio dei veneziani, dei quali predarono due navigli carichi di mercanzie. Tommaso Viaro. che comandava una piccola divisione navale, composta di otto galere, si mosse coraggiosamente in cerca dei pirati, e trovatane una squadra di sei legni, I assali : nel quale combattimento ne perdé cinque dc'suoi ed ebbe a grande ventura di potersi porre in salvo cogli altri. La sua imprudenza, eli era stata cagione di quella perdita, incontrò le censure del governo : ed egli, richiamato a Venezia, fu severamente-punito (I). I • .............- i •• > '■ • ■■ u o/i • ; (*) Vcrdizollk Fatti veneti* lib. XI. p*g-, 228. VOL. IV. 8