216 unito xiv, capo xiv. decreto, che ce ne dà relazione, è del giorno 24 febbrajo 1349, il quale, secondo il computo veneziano, continuava ad essere il 13^8. Circa la qual fabbrica è da sapersi, esserne già stata decretata l’erezione sino dal 1340, ed essere anche stata incominciata non molto dopo; avere proseguilo per alcuni anni ed essere stala poscia sospesa, a cagione della pestilenza ; finalmente, essere stata ripigliala per lo decreto suindicato. E poiché parlo di questo argomento, non sarà fuor di proposito, ch’io esponga i lavori considerevoli, che nella prima metà del secolo XIV furono eseguili in questa maravigliosa abitazione della sovranità veneziana: Io clic gioverà a smentire alcune falsità intro-dotlc dal Sansovino, che ne disse incominciata la grande sala nell’anno 1309, c dal cronista Giancarlo Scivos, che l’asserì principiata nel 1345. Sappiasi adunque, clic nell’anno 1301, sotto il doge Pietro Gradcnigo, ebbe cominciamcnlo la sala, ch’é verso il Rio di palazzo, accanto a cui erano la cancelleria e la ghrba, ossia la gabbia, della di poi torresella, ossia torricclla: il quale lavoro fu appunto compiuto nel 1309; dal che forse nacque l’equivoco del Sansovino, lauto più, che quella sala servì sino al 1423 per le radunanze del Consiglio maggiore. Dieci anni dopo il compimento di essa, fu ingrandita la cappella del palazzo medesimo, intitolata a san Nicolò, e fu ornata di pillure; tra le altre, della storia del papa Alessandro 111. Nel 13^0, il dì 28 dicembre, fu decretala la fabbrica della sala maggiore, e in seguilo con altri decreti, del 1.° marzo 13U2, del 30 dicembre 13?l4, e del 24 febbrajo 13^19, ne furono decreiate alcune altre opere di ornamento: anzi da quest’ultimo decreto si viene a conoscere ciò, eli’io dissi testé, esserne stali sospesi l amio avanti, a cagione della peste, gl’incominciati lavori, le quali esattissime notizie, appoggiale ad inconlraslibili documenti, oltreché smentire l’inesattezza dei due sunnominati scrittori, mostrano falsa anche l’asserzione di coloro, non escluso il Teman-za, che ne dissero incominciata quella fabbrica ai tempi di Marino