a.\no 1555. 309 Donde ha egli impastalo queste favolose ed esagerate notizie? Giacché qualche volta ha saputo citare l’autorità del nostro Sanu-do, perchè non l’ha valutata circa la complicità di taluno dei. sunnominati rei, da lui spacciati per innocenti ? E incominciando da Bertuccio Falier, non se ne rammentò più il valente storiografo, che sino dal primo colloquio del doge coll’ ammiraglio dell’ arsenale, vi fu chiamato » ser Bertucci Faliero suo nipote, il quale stava » con lui in palazzo el entrarono in questa macchinazione (1) ? » Come dunque non poteva egli dai processi non risultare complice del tradimento ?... Forse perchè il Sanudo dice nel seguente capitolo lui essere stato condannalo per quello eh’ egli sapeva del tradimento e del doge che vi era dentro, vorrebbe conchiudere, che esso dai procossi non fosse risultato complice del tradimento? Ma non intende il buon uomo, che il Sanudo, colle parole da lui citate, non fa che rendere ragione perché sia egli sialo condannalo al carcere perpetuo e non alla morte; » per quello, ossia perciò, che • egli sapeva del tradimento e del doge che vi era dentro e di * Bertuccio Isarello ? » Ossia, perchè conosceva tulio il filo della trama, e vi aveva avuto parte co suoi consigli, ed avevaia regolata, e n’era veramente e pienamente complice. E Nicolò Zuceuolo, come non risultò reo? ¡Non lo pongono forse tulli quanti i cronisti, incominciando dal contemporaneo Trevisan, Ira i sedici condottieri dei sessanla ? E non si palesò reo egli medesimo fuggendo a Chioggia ? Nella pena con cui fu castigalo, che non fu pena di morie nè di carcere, ma solamente di relegazione perpetua, è resa assai chiara la delicatezza ed equità dei decemviri, i quali, non avendolo trovato colpevole sì gravemente come gli altri complici della cospirazione, non Io condannarono nè alla morte nè a perpetuo carcere, ma lo percossero con una pena proporzionata alla colpa. E falso, che il figliuolo di Filippo Calendario, il quale nominavasi (i) Sanudo, Vite dei dogi.