261 UDRÒ XIV, CAPO XXIII. » secretano a Milano non ponesse li confederati in qualche sospetto » parve al senato veneto, darne di ciò particolar notizia, si come » fusse a proposito. Furono eletti XII solenni ambasciatori per » andar sino a Verona ad incontrar il duce, li quali hebbono per • loro spese ducati XL al giorno con un nobile e tre scudieri per ■ ciascheduno. Giunse a Venetia il duce alli cinque ottobre. » Le circostanze poi del suo viaggio e del suo approdo a Venezia, furono descritte più minutamente dal Sanudo colle seguenti parole: « Fu preso nel gran Consiglio d’eleggere dodici amba- • sciatori incontro a Marino Faliero doge, il quale veniva da Ro-» ma (1). E giunto a Chioggia, il podestà mandò Taddeo Giusti-» niani suo figliuolo incontro con quindici ganzaruoli. E poi venuto • a san Clemente nel bucintoro venne un gran caligo, adeo che il » Rucintoro non si potè levare. Laonde il doge co' gentiluomini » nelle piatte vennero di lungo in questa Terra a’ 5 di ottobre del • 1551. E dovendo smontare alla riva della Paglia, per lo caligo • andarono ad ¡smontare alla riva della piazza, in mezzo alle due » colonne, dove si fa la giustizia, che fu un malissimo augurio. E » a’ 6 la mattina venne alla chiesa di san Marco alla laudazionc » di quello. » E lutti gli scrittori e cronisti antichi dicono, aver dato occasione questo fortuito avvenimento a presagi funesti circa la fine de nuovo doge. Più ancora attribuiscono essi la trista sua sorte a castigo della sua temerità sacrilega verso il vescovo di Trevigi, (i) O piuttosto dalla corte di Roma, che u. di quei tempi la corte pontificia tro- che risiedeva allora in Avignone ; seppur « varasi in Avignone. » Chi dice allo sfac- non abbiasi a dire, ch’egli da Avignone, ciato cenjore dei noslri storici più riputati, prendesse la via di Roma. Nella quale e- che il Faliero nel suo ritorno da Avignone spressione del Sanudo, io non trovo tanto non ahbia preso la via di Roma? Anche le motivo di censura quanto ne trovò il sac- parole del cronista Caroldo, teste recate, centino,che si pretese di scrivere la Storia ci fanno pur conoscere, che « al duce fu del Consiglio dei Dieci, stampata a Tori- „ posto in libertà de venir per la via di no I Pag- 76), quasiché il Sanudo c tanti « Milano o per queir altra megliore gli altri scrittori, che vennero dopo di lui, n paresse. * fossero ignoranti a segno da non sapere