anno 1348—1350. 223 il vescovo e il clero pretendevano, clic quando taluno moriva si formasse un inventario della facoltà che lasciava, e su questo si avesse a calcolarne la decima. La pretensione, per verità, non era strana né ingiusta: tuttavia dava luogo a frequentissimi scandali e violenze dall’ una parte e dall’altra. All’esatta e rigorosa contribuzione delle decime applicò in modo particolare la sua attenzione il vescovo Paolo Foscari, che nell’anno 1367 era succeduto al defunto Nicolò Morosini. Del che adduceva a pretesto il suo giuramento, di aver a difendere e conservare intatti i diritti della Chiesa e del clero; tra i quali diritti quello v’era altresì delle decime contrastate. Fu irremovibile e fermo nel-I’adempiere questo suo uffizio: e per adempierlo, ebbe occasione di dar mano ad atti, che riuscirono molestissimi a) doge e al governo. Questa materia era stata trasmessa, sino dall’anno 1339, al consiglio dei Pregadi (1), c continuava ad essere trattata da quella magistratura, sempre per altro d’intelligenza e di consenso del maggior Consiglio. Or, quando videsi, che il vescovo Foscari insisteva così tenacemente nel suo proposito di volere prese in inventario tutte le facoltà lasciate dai defunti, fu promulgato un ordine, il dì 29 di agosto, vietandosi a chicchessia di pagare o in denaro o in effetti la decima al clero, qualora questa non fosse stala dichiarata nel testamento del defunto, o qualora non vi avesse una espressa licenza del senato ; e chiunque avesse disobbedito a quest’ ordine fosse condannalo a restituire agli eredi tulta la somma pagala, ed a sottostare inoltre ad una multa del ventolto per cento sopra la somma medesima. Fu dichiarato surrettizia la seconda riduzione ottenuta dalla sede apostolica, e fu perciò stabilito di adoperare ogni mezzo, per farla rivocare e sostenere i diritti della ducal Signoria. 11 vescovo, che si vedeva per tal guisa violentato nelle sue giurisdizioni, risolse di partire immediatamente e nascostamente da (i) l’er decreto del maggior Cjnsiglio, regiitr*to nel Ub. Spiritili, p*g. 2