anno 1355. 277 un ammasso di contraddizioni e di favole giungerà a discernere ed a purgare quel poco di verità, che vi si nasconde inorpellata e stravolta. S’ accorda colla mia anche 1’ opinione del dotto professore di storia veneziana, cittadino Samuele Romanin, il quale mi comunicò in iscritto le sue idee su questo argomento; benché io non sia d’ accordo con lui circa Tattribuirc alla dogaressa, piuttosto clic alla sua damigella, il supposto scherzo dello Steno. Egli infatti cosi mi espose cortesemente i suoi pensieri : « Eccole la mia opinione circa al » fallo del Falier, e dico opinione, perché ove mancano affatto i do- • cumcnti c sono così discordi i cronisti, non si può fare se non » congetture, clic devono però appoggiarsi per quanto é possibile » alla sana critica, c al confronto degli scrittori. Fra questi merita- > no preferenza i più vicini al fatto e che pel loro posto più erano » al caso di ben conoscere 1’ avvenimento. Ora, dall’esame de’più » antichi risulta, ch’essi non fanno punlo parola del fallo dello Sle-» no e parlano solamente di alcune ingiurie dette al doge da alcuni » giovani gentiluomini. II Trevisan tra gli altri, contemporaneo, e » del consiglio dei dieci, così si esprime : Ed essendosi fatte alcune • ingiurie de parole per alcuni giovanetti fioli de zcntilomeni de V?-» niesia, li quali giustamente funo punidi (Cod. DXIX, clas. vii). Ed » il Caroldo asserisce che solo volgarmente veniva detto, essere slato » causa della congiura il fallo dello Steno, che faceva ali amore con » una seivitrice della duchessa, nominata Aloicha, e conchiudc nulla » potersi affermare circa alla causa della congiura. » Dal silenzio adunque de’ più accreditali cronisti, dall’ incer-» tezza e dalle dubbiezze di altri, dalla considerazione che lo Steno • capo della Quarantia e già ambasciatore in Aragona nel 1350, • non poteva essere in età giovanile e sconsiderata tanto da pcr- • mettersi un simile scandalo in una pubblica festa ; che inoltre le » porte della sala del collegio, o secondo altri del consiglio, non pote-» vano essere a quell’ora aperte da andarvi a fare l’iscrizione ingiu- • riosa ; dall’ attestazione infine del Trevisan e di altri, propenderei