anno 1355. 313 » del dogado li fu (olla la barela di capo su la scala del gran » consegio, avanti chel vegnisse zozo. » Dalle quali parole è reso chiaro lo sbaglio di chi descrisse o dipinse la degradazione del Falier dalla ducale dignità sul pianerotto della scala, chc oggidì si nomina dei Giganti, mentre la berretta ducale gli fu tolta invece sulla scala del gran Consiglio, prima che discendesse al loggiato, a cui si appoggia l’odierna scala dei Giganti. Dico l’odierna, perchè allora un’ altra n’ esisteva e non quella che oggidì vediamo ; 1’odierna fu eretta verso l’anno 1490, lavoro di Antonio Rizzo, il quale per quindici anni fu soprastante alla fabbrica del palazzo. Tralascio qui di notare le tante inesattezze e le romanzesche circostanze immaginate dagli scrittori moderni, per ornare il racconto della morte del doge Faliero. Gli antichi storici e cronisti -nulla di più ci dicono, tranne che fu decapitato, e che un capo dei dieci mostrò al popolo la spada insanguinata, esclamando: E stata fatta la gran giustizia del traditore. Si noti per altro, che il Trevisan, scrittore contemporaneo, nulla dice di questa seconda circostanza, e che il Sanudo la mette in dubbio dicendo : « Pare, che un capo dei » Dieci andasse alle colonne del palazzo, sopra la piazza e mo-» strasse la spada insanguinata a tutti, dicendo : E stata fatta la » gran giustizia ecc. » Sicché anche questa incominciò a diffondersi dopo il secolo XV soltanto. Il suo cadavero fu portato ad aver sepoltura a’ santi Giovanni e Paolo, in una piccola barca, dice il Sanudo, accompagnato dal meschino corteggio di otto doppieri. Fu decretato dal Consiglio maggiore, chc nella sala, ove sole-vasi dipingere l’effige di ciascun doge, la sua vi fosse esclusa, e invece vi si dipingesse una tela nera, su cui un’ iscrizione, che indicasse, quello essere" il luogo di Marino Faliero decapitato per delitti (1). 1 suoi beni furono confiscati, a tenore della sentenza dei decemviri pronunziata contro di lui. (i) Sic est locus MariniFaletro, decapitati prò criminibus. voi. iv. 40