LIBRO XV. DALLA CONGIURA DI MARINO FALIERO, SINO ALLA RIBELLIONE DI TRIESTE. CAPO I. Piano della congiura di Marino Faliero. Fallo ¡1 primo passo giù per la china di un monte, egli è impossibile 1’ indietreggiare: è forza correre innanzi, e di balza in balza proseguire il cammino sino al profondo del precipizio. II Faliero, punto nell’ onore e nell’ambizione, non ascoltò quind’ innanzi se non le voci della vendetta ; e poiché opportuna gli si offriva 1’ occasione di avere a tal uopo ed armi ed armati, risolse di approfittarne, senza poi curarsene punto delle conseguenze, che ne sarebbero derivate. La prima conferenza di lui fu coll’ammiraglio Ghisello: questi gli manifestò animato da uguali sentimenti Bertuccio Isarello, sicché 1 Isarello venne ammesso ben tosto alla fiducia del doge : Bertuccio propose, come di uomo coraggioso e forte, 1’ assistenza di suo genero Filippo Calendario, e perciò aneli’ egli entrò a parte dello intrigo insieme cogli altri cospiratori. E cosi di mano in mano si formò il suindicato numero dei sedici, che nominai. Ognuno di essi, siccome dissi poco addietro, aveva ad essere capo di quaranta, o, secondo qualche altra cronaca, di sessanta uomini ben armati, ignari del secreto ed obbedienti al comando di chi ne doveva regolare le mosse. Per disporre cotesti fili, non furono necessarie molte conferenze ; in capo ad alcuni giorni, i congiurati si riputarono abbastanza forti per accingersi alla grande impresa. Erasi concertato, che i varii capi si distribuissero qua e colà coi loro drappelli nei