162 libro xiu, capo xvii. della sua aggregazione alla nobiltà veneziana. Essa, perciocché del partito guelfo, fu scacciata nel 1318 da Milano, ove i Visconti, che erano del partilo ghibellino, signoreggiavano. Allora il papa Giovanni XXII fece patriarca di Aquileia Castono della Torre, acciocché potesse coll’ aiuto dei guelfi ristabilire in Milano la sua famiglia. Castono si pose in viaggio verso la sua residenza ; ma, caduto di cavallo, morì senza aver potuto recarsi in Aquileja. Perciò i suoi fratelli Lombardo, Ermagora, Febusio e Luigi continuarono a dimorare nel Friuli; e quando videro abbassata dai veneziani la possanza degli Scaligeri, eh’erano ghibellini, fecero istanze alla repubblica di Venezia per essere aggregali alla nobiltà di essa, acciocché, protetti dalla sua possanza, valessero a riacquistare la perduta fortuna. A nome di tulli diresse le sue preghiere alla Signoria il maggiore di essi, Lombardo, eh’ era vescovo di Vercelli ; e nel dì 11 dicembre 1339, il Consiglio dei XL li dichiarò atti a poter essere del gran Consiglio; nel dì 21 susseguente, il gran Consiglio ne li decretò aggregati; e finalmente addì 16 gennaro 1340, ossia, secondo 1’ uso veneto, 1339, il doge ne spedì il relativo diploma; il quale, cangiati i nomi e le circostanze particolari, è del tenore medesimo degli altri due, che testé portai in annotazione. Finalmente, Stefano re di Servia, ponendo mente al grande impegno, con che la repubblica, nella guerra contro i signori della Scala, aveva combattuto a favore della libertà italiana, spedì nel giugno dell’ anno 1340, una solenne ambasciata a Venezia per farvi le seguenti proposizioni e domande, le quali in sostanza •i cives nostros fecimus et facimus et prò n tiis et extra pienissime ubique locorara n venetis et civibas nostris in Venetiis et » gaudeant et utantur. In quorum omnium » extra ubilibet haberi volamus et tractari n teslimonium et evidentiam presens pri- « ipsos sincere dilectionis brachiis ampie- « vilegium fieri raandaviraus, bullaque no- -1 xantes ac firmiter statuentes,qaod eisdera « stra aurea pendente coramuniri. Datura ^ libertatibus, beneficiis, gratiis, honoribus n in nostro ducali palatio anno Dominice » et immunitatibus, quibus alii nobiles ci- » Incarnationis MCCCXXXIX, die XX n ves Venetiarum gaudent et prefatus egre- u novembris, indictione Vili, n ii gius noiles Guido et sui heredes in Vene-