ANNO 1335. 297 pervenisse in bon stado : Hor essendo sta preso quei Filippo Ca-landario e Zan de Corso et cxaminati e inteso come iera el tradimento in quella notte e la mattina i conseri fenno chiamar il conseio di X al qual aspettava simil cosse. El quanto credo i se reduseseno in chiexia di san Salvador e non volscno redurse in palazzo per esser il doxe incolpa. Erano nel Irallado questi capi » Berluzzi Isarello tajapiera a san Trovaso, » Filippo Calandario suo suoxero, » Zuan de Corso, » Stefano Trivizan patron di nave, » Nicolclto Biondo, » Antonio da le Binde, • IN'icolelto di Buoxa, ovvero Zucuol, • el Marcilo Juda patron di nave et altri. E tutti questi fonno presi e justitiadi come dirò di sotto (i). » (1) Io sono d' avviso, che le ultime parole, con cui termina questo racconto, simili alle altre, con cui chiude il Sanudo prima d'incominciar questo brano, abbiano fallo forse sbagliare il Muratori ed abbianoli fatto fuggire d’occhio il brano suddetto. Noterò inoltre, cosa interessantissima per gli studiosi, che il racconto susseguente; il quale incomincia presso il Muratori : Trattato di Marino Faliero doge, ecc., e presso l’autografo che ho per le mani: Vel tratado di riesser Mariti Falier,ec, pare sia stato aggiunto nel codice manoscritto alquanto dopo dallo stesso Sanudo. Esso è bensì scritto di mano di lui, ma la carta, il colore dell’ inchiostro e la forma stessa delle cifre, notevolmente difllèrisco-no da tutto il resto del libro, lo poi, ad imitazione del dottissimo Muratori, il quale per cornane intelligenza trasportò all’italiano idioma tutta intiera Coperà del Sanudo. traduco similmente il recato brano, ac-l'iucchè uè possa ognuno con facilità inten-VOL. IV. dere il contenuto, difficile oggidì a intendersi, per le molte antiquate parole, agli stessi veneziani, che parlano il loro dialetto. u Adunque in questo anno, nel mese di » aprile, trattando il detto doge una cospi-n razione contro lo stato con alcuni popoli lari padroni di nave ed altri ilei basso n popolo, ispirato da diabolico spirito, voli leva il dì 15 del detto mese di aprile, n nella notte del giorno di sant’ Isidoro » raccogliere armali tutti questi in palazzo n e nella corte, e poi far suonare a stormo n le campane di san Marco, spargendo voli ce, che 5o galere dei genovesi erano soli pi a il porto di Venezia. & così di mano « in mano che fossero giunti i gentiluoroi-k ni a palazzo gli avrebbe fatti tagliare a » pezzi da questi suoi satelliti : e poi sali rebbero andati costoro per le case di essi n ad ammazzare tutti i loro figli maschi ed n a saccheggiare le robe, e lui Marino Falie-n ro avrebbero fatto Signore. Ma Iddio non yi volle tanto male, nè che si usasse tanta 38