anno 1376. m dell’isola loro promessa : ma, presentatisi dinanzi a quella con due galee, se ne dovettero ritornare delusi nelle concepite speranze, perche il governatore di essa, disconoscendo gli ordini di Andronico, rifiutossi dal consegnarla. 1 veneziani, in altro tempo, avevano aspirato all’ acquisto di Tcnedo, ed avevano anche fatto all’ imperatore Giovanni Paleologo esibizione di denaro per ottenerla, perciocché riputavanla un punto interessantissimo ai vantaggi del loro commercio; ma il monarca allora non aveva voluto acconsentirvi ; ed il vederla ora, benché invalidamente, ceduta ai genovesi cagionava loro non lieve rammarico, al quale si aggiungeva altresì 1’ apprensione del vedere i loro rivali divenuti per così dire padroni dell’ impero. CAPO Vili. « I veneziani ottengono /’ isola di Tencdo. Ma non tardò la sorte a mutarsi di aspetto ed a porgere occasione a loro di conseguire il desiderato possedimento. Nella torre di Amena era la moglie del castellano, la quale, altre volte tra le favorite dell’ imperatore, compassionava al sommo la sciagura di lui, ed operava a lutto suo potere per procurarne la libertà. Sapeva ella, che il Calojanni aveva avuto relazione di amicizia con un coraggioso ed intraprendente veneziano, alla cui sagacità non sarebbe forse stato difficile il maneggio di quest'affare e dalla cui lealtà se lo poteva fors' anche ripromettere : su questo pertanto fissò gli occhi suoi, e procurò il modo di porlo in comunicazione coll’ augusto prigioniero. Era questo veneziano Carlo Zeno (1), patrizio, figliuolo di quel Pietro Zeno, che alla testa dei soldati della repubblica era caduto (i) Della vita e dell« azioni di questo un France«co Quiriui. La quale vita, stamparlo Zeno scrisse eruditamente in latino pala c ristampata più volte, fu da ultimo un suo nipote e vescovo di Padova Jacopo data in luce, nel 1829, in Venezia, per cu-Zeno, e ne fu volgarizzatore nel secolo XVI ra del valoroso Bartolomeo Gamba.