ànììo 4366. 591 gli facessero un grosso prestito di denaro, ed offeriva loro per garanzia la città di Gallipoli, redenta che se 1’ avessero dall’ usurpazione dei turchi. La quale città, essendo collocata in sull’ estremità dell’ Ellesponto, sarebbe stata vantaggiosissima ad una nazione mercantile, come la nostra ; ma e l'incertezza del ricuperarla e 1’ obbligo poi di difenderla dalle incessanti ostilità dei turchi conquistatori, ne fecero ricusare 1’ offerta. Domandarono invece i veneziani il dominio dell’ isola di Tenedo : ma neppur questo trattato si potè conchiudere. Nè saprei dirne il perchè. Tutta dunque l’assistenza, che gli prestarono, si ridusse a due sole galere, accordate di scorta alle truppe del principe di Savoja ; perciocché alla repubblica non parve prudenza nè del proprio interesse lo stuzzicare con deboli forze la potenza dei turchi, senza sicura speranza di vincerli e di domarli. Accrescevano peso e vigore a questa deliberazione i nuovi tumulti dell’ Egitto. Irritato il sultano, per la devastazione della città di Alessandria, mentre designava di vendicarsi di Pietro Lu-signano re di Cipro, fece arrestare tutte le mercanzie e i viaggiatori e gli equipaggi dei veneziani, con grave danno del loro commercio. Perciò il governo diede ordine al bailo residente in Cipro, di non ingerirsi punto negli affari dei sudditi di quel principe; e spedi, benché inutilmente, due ambasciatori al sultano, perchè si adoperassero a placarne lo sdegno. I due inviati furono Pietro Soranzo e Francesco Bembo. # Se ne dolse in sulle prime il papa Urbano V, che allora sedeva in Avignone; ma, dopo udite le ragioni espostegli dagli ambasciatori veneziani Marino Veniero , Nicolò Faliero e Giovanni Foscari, spediti appositamente in Avignone, restò convinto della poca fiducia, che potevasi avere sulle deboli forze dei cristiani, e delle sinistre conseguenze, che potessero derivare dall’irritamento dei barbari. E più che dalle parole degli ambasciatori veneziani restò convinto il pontefice dalla buona riuscita degli avvenimenti. Perciocché il Soranzo ed il Bembo seppero cost destramente'*'