Afino 13íl6. 18o E così quella combatterono per mare e per terra. E vedendo la durezza di coloro nel non volersi rendere, determinarono di darle una gran battaglia e s’ingegnarono di scalare le mura. E poste le scale, per essere un poco corle non poterono montare i nostri sopra le mura, e furono ribattuti, e assai ne furono feriti e morti. E se que’ dell’armata avessero fatto il suo dovere, quel giorno si sarebbe avuta la Terra. Ma furono in disordine Ira loro. Ed essendo cosi l’assedio allomo la cilla di Zara nel 136 di maggio sopravvenne il soccorso degli Ungheri col re Lodovico d’ Ungheria e delirando patriarca d’Aquilea, clic aveva tedeschi, ungheri c fur-lani, e vi era in persona il re con 20,000 persone. Chi dice più e chi meno. E alloggiarono contro del nostro campo per farlo levare dall’ assedio. E come nella cronica Dolfina ho letto, pare che fosse noslro capilano da terra Pietro Ciurano (1), ma Marcantonio Sabellico e gli altri vogliono che fosse Marco Giustiniano. Ora il re fece consiglio co’ zaratini di assaltare la nostra bastia, e cosi messo ordine, una mattina per tempo vennero i nemici co’carri di bruschi e altre cose, e combatterono quella da due lati, cioè da Levante e Tramontana. E i zaratini uscirono e la combatterono da Ponente. E combattuta per una grand’ora, i nostri virilmente la difesero. Alla fine i nemici diedero fuoco alla brusca e misero fuoco nella bastia. Vedendo questo la nostra armata da mare, mise scala in terra e tutti gli uomini delle galere smontarono in terra e si scontrarono nelle genti del detto re. E vedendo i nostri della bastia, uscirono tutti, e cosi la gente da terra co’ gli stendardi del capitano Marco Giustiniani. E combatterono co’ gli ungheri vigorosamente per tal modo, che gli ungheri furono rotti e fugati, e i nostri li seguitavano valentemente, facendo gran tagliata d’ungheri c di tedeschi. E con grandissima vergogna e danno furono rotti, e i nostri ebbero vittoria, benché ctiam ne morissero molti de’ nostri. (i) Dcv' esjere questo un errore Ji che non lo seppe, stampò, alla foggia del stampa, invece di Civran o Cifrano ; la codice manoscritto, Ciurano. quale famiglia è veneziana. 11 Muratori,