ANNO 1348. 211 La quale convenzione dì tregua fu pubblicala il dì 2 ottobre, soggiunge il Sañudo, con tutte le solite formalità • sopra le scale » di Rialto per un Comandadore de’ Sopraconsoli. * CAPO XII. Ribellione di Capo d' Istria. Dissipato così il timore di una guerra contro 1’ Ungheria, un altro ne rimase circa 1’ esito di sedare un grave tumulto, che in quest’anno medesimo erasi acceso nell’Istria e che aveva costretto il governo, ad onta delle mortali angoscie della devastatrice pestilenza, ad armare genti e navi, onde ristabilirvi la calma. La città di Giustinopoli, ossia Capodistria, s’era ribellata alla repubblica ed erasi data al patriarca d’Aquileja. N’era stalo preso il podestà e capitano, che vi risiedeva in nome della Signoria, Marco Giusti-nian, e n’era stato incendialo il palazzo: e inoltre avevano i giusli-nopolitani appiccalo il fuoco a molli altri luoghi dei veneziani. Si trasferirono perciò colà due armale, una di terra ed una di mare : di questa erano capitani Pancrazio Giuslinian e Nicolò Loredan ; di quella Marino Falier, già podestà di Treviso. Bastarono quaranta giorni solíanlo, per costringere i giuslinopolitani ad arrendersi : vi entrarono le nostre truppe e presero i primarii autori della ribellione, e ne impiccarono alcuni, altri li mandarono nelle carceri di Venezia ed altri furono condannati all’ esilio. Fu intorno il medesimo tempo, che un principe della Croazia, nominato Alberto, s’ era posto a molestare alcuni luoghi dell’Istria, ed aveva perciò provocato le armi dei veneziani ad opporsi alle sue ingiuste intraprese. Furono inandati da Venezia due provveditori con alquante truppe, per fargli guerra ; ma egli, tostoche si vide in pericolo, mandò a dire a questi, che sarebbe venuto personalmente a Venezia, a chiedere perdono della sua temerità. « Il » quale venuto, dice il Sañudo, furono pacificate le cose con questa