an>o 1361. 359 per farsela amica od almeno neutrale. E già, tostocbè s' pid>e notizia dell’ imminente suo arrivo in Italia, il governo aveva pensato agli opportuni provvedimenti, per la sicurezza di Treviso. \ custodia di quella città furono dopinoli I). Altonorio, Jacopo Fan-lello e Tebaldo degli Aynardi, i quali colà si trovavano; od a ciascuno di loro furono assegnati trenta fanti e quadro cavalli. Fu dato ordine ai rettori di Treviso di assoldare un numero di nomini d’arme, per mandarli di là del Piave a custodire Conegliano. Serravalle e Molta. Esecutori e provveditori di questi ordini vennero eletti i tre nobili Francescbino da Canale, Maffio Cavalier e Nicolò Marcello, coll’ obbligo di provigionare i suddetti castelli di veltovaglie, di munizioni c di arme. Nel medesimo tempo clic a ciò pensavasi furono spedili ambasciatori al duca stesso, Pietro Moresini da sant’Antonino o Giovanni Bembo da san Cangiano (1), a cui il Caroldo aggiunge (2) anche Andrea Zane. Ma tostocbè da quesli fu accertato il governo, che il duca veniva senza verun apparalo di armi e di armali, ma per curiosità solamente di visilare Venezia, si pensò ad accoglierlo con onorevole magnificenza, degna, piucchè di lui, della repubblica, che accoglievalo. Egli venne per barca da Treviso, navigando lungi»' esso il Silo: aveva seco trenta nobili cavalieri e circa dugcnlo altre persone di corteggio. Il doge accompagnato da molli gentiluomini andò ad incontrarlo nel bucintoro sino a san Giacomo di pallido. Gli fu preparalo albergo nel palazzo di Leonardo Dandolo a san Luca sopra il canal grande, e per quelli del suo seguilo, ai quali non potè quello bastare, fu stabilito il palazzo di Andrea Zane (3) (i) Cron. Ti'evisan, pag. 97. corresse il Sanudo, con queste parole: 42) Cron. di Gian Giacomo Caroldo, u Tamcn il Sabellico scrive, che alloggiò cod. CXXXVIII, pag. 289. r> a san Luca nella casa da ca’Cornaro della (3) 11 Sabellico, forse non bene infor- « Piscopia, la quale è questa de’Comari malo delle famiglie, presso cui fu dato al- « della Piscopia, che prima era dì ca’ Za- loggio al duca d’ Austria e il suo seguito, « ne. » Perciò anche il Trevisan, ed altri nominò il Cornaro, ed altri, dietro lo sba- diligentissimi cronisti ne indicarono gli al- glio di lui, li dissero alloggiati in casa Cor- loggi ne’ palazzi Dandolo e Zane. n»ro ed io casa Zane. Ma il loro sbaglio