60 LIBRO XIII, CAPO Tl(. erano rifugiali. Sorpresi in una caverna, in cui se ne slavano rimpiattati, furono presi e condotti in Candia: ivi subirono la pena di morie. E cosi a poco a poco venne ristabilita nell’isola, se non radicale, almeno apparente, la calma. Ed era in vero apparente: perciocché i nobili sentimenti di libertà e di nazionalità non possono mai rimanere estinti, per quanto vigorosa sia pur la forza del terrore, che cerca di spegnerli. 1 candiotti, benché più di una volta si fossero dati e ridati spontaneamente alla sudditanza della repubblica, non potevano giammai dimenticarsi, che la sovranità veneziana aveva incominciato sopra di loro in vigore di un venale contrailo tra i conquistatori del greco impero, e eh’ eglino erano stali allora venduti e comperali come una mandra cornuta. Ed anche, se vogliasi dire la verità imparzialmente, tutte le rinnovate dichiarazioni e promesse di fedeltà e di obbedienza ai veneziani, erano state conseguenze delle vittorie di questi sopra di loro; sicché la necessità, più che la libera volontà, ve gli aveva costretti. La calma perciò, che con le armi alla mano avevano ricondotto nell' isola i veneziani, non poteva essere che sforzata ; la somntessione, apparente : tutlavolla continuò alcuni anni. La vedremo in altro tempo disturbata da novelli tumulti, che pur finirono aneli’ essi, per poi ricomparire ben presto. C A P 0 VII. Nuove discordie col patriarca di Aquileja. Ricomposti appena questi tumulti di Candia, ebbero i veneziani a soffrire nuove molestie da parte del patriarca di Aquileja. Imperciocché le popolazioni istriane di Valle e di Pola, le quali dalla sudditanza della repubblica erano passate a quella di lui, ed avevano avuto copioso argomento di pentirsene, al confronto della dissimile condizione sotto 1’ uno e sotto I’ altra, risolsero in quel